Cronaca

Uscire dagli schemi per battere
razzismo: Thuram a Sported Maris

Da campione di calcio ad attivista, anche se da piccolo voleva fare il prete. Lilian Thuram, ex giocatore – tra le altre – di Parma, Juventus e Barcellona e campione del mondo e d’Europa con la Francia, è stato ospite della Sported Maris in un evento organizzato in collaborazione con il Porte Aperte Festival. Introdotto dagli interventi di Andrea Cisi (Paf), Mauro Bonali (direttore tecnico biancoverde) e degli assessori a Cultura e Sport Luca Burgazzi e Luca Zanacchi, Thuram è stato intervistato da Roberto Lana e Giorgio Barbieri. Domani, venerdì 8 aprile, sarà presente al ‘Torriani’ per incontrare gli studenti in un incontro organizzato da TedX Cremona.

Lo spunto, il suo ultimo libro “Il pensiero bianco. Non si nasce bianchi, lo si diventa” (add editore). “Ho voluto – spiega il francese – raccontare la storia dell’identità che portiamo. Il razzismo non è una cosa naturale, ma un’ideologia politica per giustificare la violenza economica. E’ stata una costruzione a partire dall’idea che la razza bianca è superiore. E c’è una storia dietro tutto questo, che va capita per superare tutto questo”.

Mostrando una cartina capovolta, il campione del mondo ha provocato i numerosi presenti tra cui anche atleti di Sported Maris e Sansebasket, con una delegazione della Marini Pro Cremona che al termine ha consegnato al francese il libro con la storia e un gagliardetto del club rossoblù. “Dite che è al contrario?”, ha chiesto Thuram che ha aggiunto: “L’Europa viene di solito riportata più grande di quella che è in realtà. Vi dico: ‘Cambiate punto di vista’. Il razzismo tante volte è legato ad un punto di vista: per rendere i nostri figli più intelligenti dobbiamo ricordare loro che ce ne sono tanti”.

Thuram ha quindi ricordato il parallelismo tra razzismo, sessismo e omofobia: “Non c’è una volontà naturale, dipende dalle leggi. Spesso le mie suggestioni sono accolte dalle donne perché capiscono più in fretta quando si parla di gerarchia. Si parla poco delle persone che approfittano del razzismo e del sessismo, ma solo di chi li ha subiti. Non solo le persone che hanno subiscono devono riflettre, ma anche chi fa parte del gruppo dominante. Anzi: gli episodi di razzismo succedono perché non dà fastidio questa cosa e non sono le persone violentate che devono trovare una soluzione, ma andare dai bianchi che non soffrono per il razzismo”.

“Una volta – ha raccontato – ad una cena mi sono guardato intorno e una persona mi ha detto: ‘Ci sono poche donne’. Io ho risposto: ‘No, ci sono troppi uomini’. Mi hanno guardato come per dire: ‘Cosa stai dicendo?’. E’ perché non sono abituati ad essere guardati”.

 

“L’identità nera e bianca – spiega ancora – nascono del principio della supremazia bianca: oggi c’è meno gente che pensa così, ma sono comunque troppi. E’ legato alla storia e se vuoi lottare per questo, bisogna capire questa storia. Una persona mi ha detto: ‘Oggi le cose vanno meglio?’. Meglio rispetto a quando? Non lo voleva dire, ma probabilmente intendeva meglio rispetto a quando i neri erano schiavi. Le cose possono andare meglio solo se ci sono delle scelte politiche adeguate”.

In questo senso il francese ha criticato duramente la legge italiana che non prevede lo ius soli: “E’ una legge molto violenta, va cambiata. L’inizio del razzismo è legato all’idea del sangue puro. Non c’è niente di peggio che sentiti dire: ‘Tu non sei di qua, non porti niente di buono qui’. Per crescere i bambini hanno bisogno di autostima, è la sola cosa che da genitori dobbiamo dare ai nostri figli. Il razzismo te la toglie, ti violenta: e non è giusto per un bambino”.

“Avere i pregiudizi è normale – ha sottolineato – chi dice di non averli mente: bisogna starci attenti e alcuni vanno bloccati, anche se sono una cosa che ti fa riflettere in maniera più veloce”. Thuram quindi ha raccontato: “Il pregiudizio lo capisci quando succede qualcosa che non va in spogliatoio e la colpa è dei neri o degli arabi. Tu non hai fatto niente, ma la gente ti guarda come se fossi colpevole. Non fa piacere a nessuno essere visto come una persona negativa per la tua pelle, è molto difficile. Quando capitano episodi di razzismo, come non farti entrare in un ristorante, non pensi che a questo, pensi che ci sia qualche altro problema. E quando qualcuno ha comportamenti razzisti, piuttosto che omofobi o sessisti, non dice di aver sbagliato”.

Il francese quindi ha proseguito: “La cultura è una cosa importantissima: bisogna difendere i politici che provano a far sì che tutte le persone, soprattutto chi è in difficoltà, possano avere accesso alla cultura, ma c’è gente che non vuole il cambiamento. Cultura e sport per me sono la stessa cosa: quest’ultimo ha un potere incredibile: i politici vogliono che gli sportivi non dicano niente, perché hanno la facoltà di toccare l’anima della gente”.

Thuram ha poi parlato del razzismo nel calcio: “Come detto, il razzismo è una trappola per legittimare il potere economico: il calcio continua perché il business continui, solo i giocatori possono cambiare le cose, ma non quelli che soffrono. Quando capitano episodi di razzismo negli stadi, verso un giocatore, tutti vanno da lui e gli dicono di non uscire, di non arrabbiarsi: è successo anche a me e lo dicevano anche persone che mi volevano bene. Nessuno va mai da chi subisce queste cose e gli dice: ‘Come va? Usciamo insieme’”.

“Credo – ha concluso – che nello sport la cosa più importante sia divertirsi: il suo scopo è quello di insegnare ai giovani ad ascoltare per crescere ed imparare. Ai genitori dico di accompagnanare i figli, è molto importante perché i ricordi sono la cosa più bella per i bambini e la famiglia. Quando hai una famiglia che ti segue è più facile diventare una persona equilibrata”.

Mauro Taino

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