Notte folle alla festa. Baby rapinatori
scovati dalle loro vittime sui social
“Ero alla festa con un amico quando lui ha urtato una sedia e un gruppo di ragazzi ci ha accerchiati. Ho visto due di loro dargli un pugno in faccia. Poi mentre stavamo tornando a casa in bici abbiamo visto in viale Po un gruppetto di ragazzi che ci ha inseguiti e lanciato oggetti. Io sono stato colpito da una bottiglia di plastica”. A parlare è un 19enne cremonese, vittima, insieme ad altri giovanissimi, di una baby gang che la sera del 12 giugno del 2019 aveva aggredito e rapinato alcuni coetanei ad una festa che si stava svolgendo alla canottieri Bissolati.
Nei guai erano finiti in sette, di cui cinque minorenni. Gli unici due maggiorenni sono a processo a Cremona con le accuse di rapina, lesioni e percosse. Sul banco degli imputati ci sono Mouad, 20 anni, marocchino nato a Cremona, difeso dall’avvocato Cristina Pugnoli, e Yassin, anch’egli ventenne, connazionale nato in provincia di Padova e residente a Cremona. “Abbiamo fatto chiudere la Bissolati”: così si sarebbero vantati su Instagram delle loro “prodezze”.
Anche un altro giovane aveva incrociato la baby gang in viale Po: “uno di loro mi ha rincorso ma io sono riuscito a scappare”, ha raccontato in aula. “Prima avevo assistito all’aggressione di un mio caro amico per cose banali. Ha preso un pugno in faccia”. Navigando su Instagram, la giovane vittima era riuscita ad individuare il ragazzo che l’aveva rincorso. “Aveva delle scarpe molto particolari e in una foto sui social l’ho riconosciuto. Indossava le stesse scarpe”. Al testimone, il pm Giancarlo Mancusi ha chiesto se conosceva la chat “Cremona Dissing”. “Sì”, ha risposto il giovane. “E’ un gruppo di ragazzi che si divertiva a disturbare la gente”.
“Quella sera alla festa ero con un amico”, ha raccontato un altro testimone sentito in udienza. “Eravamo in una zona buia sotto gli alberi. Ad un certo punto ci hanno accerchiato. Due miei amici sono stati presi a calci e sono stati costretti a consegnare i soldi. Erano almeno in quattro. Ad un altro mio amico hanno dato un paio di pugni e lui ha dato loro venti euro”.
Un altro ragazzo ha raccontato di aver incrociato lo stesso gruppo in viale Po. “Uno di loro ha dato una spinta ad un mio amico e gli ha tirato un pugno. Tra i ragazzi ne ho riconosciuto uno che giocava a calcio con me. Anche lui mi ha visto e poi ci hanno lasciati stare”.
I sei testimoni di oggi, tutti studenti, tranne uno, hanno riconosciuto dalle fotografie mostrate in aula alcuni dei ragazzi coinvolti.
L’operazione “Last Night” della Questura di Cremona, relativa ad una parte di indagine dei carabinieri riguardante il gruppo di giovanissimi che gestiva la pagina Instagram “Cremona Dissing”, aveva permesso di individuare nell’agosto del 2019 i presunti responsabili di cinque episodi di violenza andati in scena due mesi prima. Grazie ai racconti delle vittime e tramite ricerche sui vari profili social in cui la baby gang si era anche vantata di aver “fatto chiudere la Bissolati”, gli agenti avevano chiuso il cerchio.
La prima aggressione si era verificata nei pressi della società canottieri dove un ragazzo era stato circondato dal gruppo e preso a schiaffi. Il secondo episodio, invece, si era verificato durante la festa alla Bissolati, quando un giovane era stato aggredito solo perché passando davanti alla gang aveva urtato e fatto cadere una sedia. Poco dopo, il fatto più eclatante: un minorenne era stato circondato dal branco, buttato a terra, preso a calci e derubato di 20 euro. E poi ancora un altro tentativo di rapina era avvenuto ai danni di un altro ragazzo che però era riuscito a scappare. L’ultimo episodio aveva riguardato altri due minorenni, inseguiti e minacciati dalla gang all’uscita dalla festa.
Nelle abitazioni dei presunti autori erano stati sequestrati i vestiti che gli aggressori indossavano durante la serata e schermate di cellulare in cui si erano vantati delle loro gesta.
Gli imputati verranno sentiti nell’udienza del prossimo 27 settembre.
Sara Pizzorni