Cronaca

Cremona Solidale, famigliari
Comitato: "Mai ascoltati da Azienda"

I parenti degli ospiti della Rsa di Cremona Solidale che si sono dimessi ieri (6 degli otto componenti del comitato parenti), replicano alle spiegazioni date dal Dg Alessandra Bruschi a seguito delle critiche su alcuni malfunzionamenti del servizio.

Se il comitato ora si chiama ‘di rappresentanza’, vorremmo chiederle: ‘in rappresentanza di chi?”. La domanda è retorica perchè conosciamo già la risposta: dei parenti.

Ma al di là delle inutili precisazioni linguistiche, vorremmo sottolineare che non si crea un rapporto costruttivo relegando il comitato a stilare un nuovo regolamento per le elezioni: non è certo per questo compito che esiste il comitato di rappresentanza.

Vogliamo poi aggiungere che non abbiamo rappresentato casi singoli perchè abbiamo mail di persone che ci hanno scritto per segnalarci i casi di incuria che abbiamo sottolineato e che nella ‘funzione propositiva che ci compete’ abbiamo più volte riferito all’Azienda per migliorare il servizio. La risposta è sempre stata una strenua difesa della struttura senza mai accogliere una nostra osservazione.

Per i casi privati abbiamo scritto direttamente alle persone  di competenza. Avevamo anche proposto uno sportello del comitato una volta alla settimana per ascoltare le esigenze dei familiari. Dopo pochi incontri, non certo favoriti dalla struttura che si dimenticava di prepararci la postazione, è stato interrotto per la chiusura dell’intera Azienda.

L’accenno poi alla riunione in remoto per la presenza al nostro interno di non vaccinati è del tutto gratuita e fuori luogo perchè è da due anni e mezzo che le riunioni si svolgono in remoto.

Attaccare le persone, come nei peggiori talkshow televisivi, rivela l’assenza di argomentazioni serie con cui discutere.

Oltretutto, come ricorda la direttrice, la struttura è stata chiusa ai parenti dai primi di gennaio all’11 marzo, eppure a fine gennaio a Cremona Solidale c’erano casi di Covid. Chi li ha portati dentro? Non certo i parenti a, cui era vietato entrare da un mese”. gbiagi

 

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