Oncologia, slitta di un mese la
pensione del primario Passalacqua
Leggi anche:
La riorganizzazione dell’area oncologica all’ospedale di Cremona, più complessa del previsto vista la bufera che si è scatenata su Area Donna, fa slittare di un mese il pensionamento del responsabile della Struttura Complessa di Oncologia, dottor Rodolfo Passalacqua, che anche ieri ha presenziato all’incontro in Comune, il secondo sollecitato dalle pazienti allarmate dai cambiamenti in atto. Il medico resterà in servizio fino al 30 aprile e la pensione scatterà quindi dal primo maggio.
Passalacqua era arrivato a Cremona nel 2002, sono quindi vent’anni che riveste un ruolo apicale nell’azienda ospedaliera cremonese. In precedenza aveva operato come assistente e Aiuto sempre in Oncologia nell’ospedale universitario di Parma. Classe 1954, fa parte di numerose associazioni che riuniscono medici e ricercatori nel campo oncologico, tra cui il GOIRC (Gruppo Oncologico Italiano di Ricerca Clinica), il più antico gruppo di ricerca cooperativo italiano che include 30 reparti di Oncologia, la cui segreteria ha sede a Cremona e di cui è presidente dal 2010; inoltre è stato coordinatore nazionale della Task Force dell’AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) per quanto riguarda l’umanizzazione nei rapporti medico pazienti nei reparti di oncologia.
Il successore di Passalacqua alla guida del dipartimento oncologico sarà Giuseppe Procopio, già responsabile di Oncologia medico – genitourinaria all’Istituto tumori di Milano. Prende il posto di un altro medico, Diego Cortinovis, vincitore del concorso indetto a su tempo dall’Asst Cremona, che aveva poi rinunciato all’incarico.
Ieri, davanti a una platea in cui il tema di Area Donna era già sconfinato in un attacco contro le scelte aziendali della dirigenza ospedaliera, Passalacqua si è preso la responsabilità della riorganizzazione in corso, illustrando i correttivi che si stanno facendo per venire incontro alle richieste delle pazienti. Il medico ha tra l’altro ricordato come l’obiettivo sia quello di riservare gli stessi trattamenti e la stessa attenzione alla ricerca clinica per tutte le tipologie di tumori, ricordando anche, a chi chiama in causa la validità del modello Area Donna, che il laboratorio di terapia molecolare e farmacogenomica nell’ultimo anno non ha prodotto una singola ricerca.