Cronaca

Cavatigozzi, con i candidati al nuovo
direttivo subito sviscerati i problemi

Doveva essere la presentazione dei nove candidati al Direttivo del comitato di quartiere, ma l’assemblea che si è svolta nella rinnovata palestra di Cavatigozzi venerdì pomeriggio, ha subito portato a galla i problemi della zona. Il neo assessore alla partita Luca Zanacchi, subentrato a Rodolfo Bona, si è detto consapevole “dell’alto livello di frustrazione, la speranza è che insieme si trovi la direzione per andare verso la soluzione dei problemi. I temi che avete esposto oggi sono macro e importanti, cerchiamo però  di instaurare una relazione critica ma costruttiva” .

Il funzionario comunale Francesco Venturini ha spiegato le modalità delle elezioni: essendo nove i candidati (uno dei numeri più più alti tra tutti i quartieri) c’è la possibilità  che tutti entrino nel direttivo. Erano presenti in sei: Luciano Ferragni, Edoardo Romani, Giovanni Lombardi, Giovanna Rizzi, Daniele Ardigò, Stefania Lampugnani. Assenti Anna Lucia Soldi, Giorgio Soldi e Roberto Mariani.

Tutti e sei hanno incalzato Zanacchi, sui numerosi problemi del quartiere: dal traffico pesante su via Milano, questione mai risolta nonostante i divieti con problemi di sicurezza e rumori; scuola elementare dell’Abbadia che da anni soffre un calo di iscritti e che, stando così i numeri, l’anno prossimo non potrà avere la classe prima; le incognite del previsto sottopasso che andrà a sostituire il passaggio a livello in direzione Casanova. Stefania Lampugnani, già presente nel direttivo uscente, ha parlato del disagio per la presenza del deposito rottami d’acciaieria, soprattutto a causa dei rumori dovuti alle movimentazioni, spendendo però parole positive per il dialogo che si è riusciti ad instaurare con l’azienda. Le attese, però sono ancora molte su questo fronte.

“Nel bilancio non abbiamo visto niente per la riqualificazione di via Acquaviva”, è stato detto, mentre Edoardo Romani ha sintetizzato così la situazione: “Bisogna essere una spina nel fianco per ottenere qualcosa. Vivo qui da trent’anni, Cava l’abbiamo vista spegnersi piano piano. La domenica non ci sono più i bus, la ciclabile nuova è fittizia, bastano due auto parcheggiate e diventa pericolosa, e poi finisce nel nulla. Dobbiamo rivitalizzare questo quartiere”,

La convivenza tra residenti e zona industriale è difficile “ma si possono trovare soluzioni”, ha aggiunto un altro veterano del comitato, Luciano Ferragni.

Preoccupazione è stata espressa anche per l’ipotesi terzo ponte, infrastruttura di cui si parla da vent’anni, e che secondo il progetto datato, ma non ancora tramontato, dovrebbe innestarsi sulla sponda cremonese proprio qui: “Il Comune ci dica che prezzo dovrà ancora pagare Cava per il terzo ponte”.

“Perchè il sindaco non viene mai a farsi vedere?” è stata la domanda finale di una dei (pochi) residenti convenuti in palestra. gbiagi

 

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