La radiologa Marenzi: "L'Asst ha fatto
delle scelte, ora ci metta la faccia"
Oggi pomeriggio l'incontro tra Comitato per Area Donna e le rappresentanti delle associazioni che ruotano attorno a Oncologia e alla Breast Unit per esame delle criticità dopo il trasferimento delle terapie endovenose nel reparto di Oncologia.
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La cancellazione di Area Donna porta allo scoperto i guai della sanità cremonese, in primis lo scarso dialogo con il territorio. Ricostruire questo reparto partito come eccellenza all’interno del cancer center sarà difficile, perchè mancano risorse e l’esperienza di chi ha lasciato l’ospedale negli ultimi anni non è facilmente sostituibile.
Oggi le tre fondatrici del Comitato Area Donna e le rappresentanti delle associazioni che operano al quarto piano dell’ospedale, hanno incontrato lo staff di Oncologia, con il direttore Rodolfo Passalacqua, su esplicito invito di quest’ultimo. “Incontriamoci in ospedale e vediamo come si può migliorare l’organizzazione”, aveva detto sabato scorso durante l’incontro voluto dall’amministrazione comunale in sala Quadri. Un incontro che mirava a risolvere alcune criticità come l’affollamento della sala dove vengono eseguite le chemio e dove loro malgrado sono state trasferite anche le donne che prima avevano una stanza tutta per sé.
Ad assistere al dibattito di sabato, c’era anche il medico Cinzia Marenzi, oggi consigliere comunale di Cremona Attiva, fino al 2019 responsabile della Radiologia al presidio Oglio Po di Casalmaggiore, ruolo oggi ricoperto dal nuovo arrivato Matteo Passamonti che deve dividersi tra quell’ospedale e la Senologia di Cremona.
“Ho molto apprezzato – ci dice – la mobilitazione delle donne e dei sindacati, questa è vera democrazia partecipata dal basso. Sono stati toccati i tasti più importanti, ed è evidente la difficoltà della sanità pubblica a mantenere gli standard degli anni precedenti, perchè ci sono state delle decurtazioni, anche dovute alla pandemia.
“E’ molto importante non perdere delle eccellenze, perchè poi è quasi impossibile recuperarle. Io ho lavorato con Area Donna, partecipando ad Eusoma (la certificazione internazionale che garantisce determinati standard di eccellenza, ma che necessita sia di un certo numero di pazienti, sia di specialisti, ndr) che ritengo di una importanza enorme dal punto di vista scientifico.
“Ma ho anche lavorato con gli oncologi, so cosa vuol dire il cancer center e conosco la complessità di queste strutture. A questo punto, credo che sia molto importante mettere insieme le risorse; l’ideale sarebbe arrivare a una mediazione mantenendo l’impronta scientifica di Area Donna, dando però la possibilità di funzionare anche al Cancer Center attraverso nuove risorse che, forse, erano un po’ troppo localizzate su Area Donna”.
“Si è presa la scusa del Covid – aggiunge Marenzi – per togliere risorse, soprattutto quelle del personale, lasciando andar via persone preparate e formate per cui bisogna ricominciare da zero, e la cosa è molto difficile”. Il riferimento è sempre alle tre radiologhe che si sono dimesse lo scorso anno scegliendo altri percorsi professionali: “L’azienda, di fronte a queste dimissioni, poteva intervenire in modo diverso. Se l’Asst ha voluto fare altre scelte strategiche, magari investendo più sulla Neurologia rispetto all’oncologia, lo doveva dire chiaramente e avere il coraggio di metterci la faccia, perchè è fondamentale arrivare al dialogo. Magari hanno fatto anche delle scelte giuste, con delle motivazioni, però bisogna parlarne chiaramente e ascoltare sempre le esigenze che vengono dal basso”.
Perchè “chi veramente deve affrontare le malattie alla fine viene lasciata a se stessa, come vediamo anche per quanto riguarda la medicina del territorio”.
L’esperienza diretta con Eusoma, “è stata molto arricchente, ma richiede molte persone. Non so se adesso sia possibile mantenere la certificazione, perchè bisogna avere un certo numero di esami, di revisioni, tutta una serie di operazioni basate su determinati numeri”.
I nuovi radiologi arrivati a Senologia stanno ancora facendo formazione, lo ha detto anche il primario Passamonti nell’incontro di sabato, ma questo non basta: “E’ vero – afferma Marenzi – arrivano persone giovani, ma c’è molto turn over: appena salta fuori un posto, magari a Brescia, a Milano o anche in università, questi se ne vanno perchè adesso per i giovani medici c’è molta scelta, li cercano dappertutto. Quindi, siamo sempre daccapo.
E poi c’è il problema del doppio ruolo del nuovo primario, che si è trovato a dirigere il reparto dell’Oglio Po e a risolvere i problemi della Senologia di Cremona dove si era creato il vulnus delle dimissioni. Così si rischia di non riuscire a far bene nessuna delle due cose”.
Giuliana Biagi