Economia

Panificatori: "Anche noi coinvolti
in questa economia di guerra"

Il direttivo del Gruppo panificatori: da sx Andrea Badioni (presidente), Emilio Bonseri, Luca Botta, Carlo Alberto Bonseri, Federico Rabaioli

I prezzi dei prodotti da forno dei panificatori cremonesi, fino ad oggi, sono rimasti stabili. Una strategia che, purtroppo, non è più attuabile.

“Grano, energia elettrica e gas sono elementi fondamentali nel nostro lavoro. E tutti e tre, negli ultimi mesi, sono enormemente aumentati”, fa sapere Andrea Badioni, presidente di Confcommercio e del Gruppo panificatori. “Illudersi che tutto si risolva rapidamente è fuori luogo. Come Gruppo di Confcommercio Cremona abbiamo deciso una linea comune”.

Indicazioni formalizzate, ieri, dopo la riunione del consiglio direttivo dei panificatori. “Ci hanno guidato principi di responsabilità e solidarietà. I ritocchi dei prezzi assorbiranno solo in parte quelli delle materie prime o dell’energia. Di fatto rinunciamo comunque alla nostra marginalità. In questa che sta diventando una “economia di guerra” anche noi, per primi, siamo chiamati ad imporci dei sacrifici. Abbiamo approvato, di fatto, di calmierare i costi per le famiglie”.

“La revisione dei prezzi non sarà omogenea. – continua Badioni – Preserveremo i prodotti di prima fascia, come il pane, che non aumenteremo mentre qualche rincaro è atteso sulla seconda fascia, come sono ad esempio i dolci o i generi da forno non catalogabili come beni essenziali.

Complessivamente è ipotizzabile un aumento, su tutto il fatturato di una attività, tra il dieci e il quindici per cento. Ben al di sotto di quanto sono aumentati i costi per chi produce. “La farina è cresciuta del 30/40 per cento. – dichiara il presidente Confcommercio – La semola di Grano duro, rispetto ad ottobre è passata dai 70 ai 93 euro al quintale, la farina da panificazione da 62 a 83 euro, quella integrale da 64 a 84 euro.

Non meno importanti i rincari per il gas, cresciuto del 50% o dell’energia elettrica, praticamente raddoppiata.

E poi c’è il tema del gasolio. Una escalation che ha portato i fornitori a non applicare il prezzo all’ordine ma quello alla consegna”. “In questi mesi abbiamo resistito sperando che l’aumento fosse temporaneo – conferma – ma oggi dobbiamo arrenderci all’evidenza.

Auspichiamo, ovviamente, come cittadini prima che come imprenditori, in una rapida soluzione del conflitto tra Russia e Ucraina, sperando possa riportare anche serenità sui mercati e sulle forniture”.

Per questo la federazione nazionale dei panificatori ha inviato – insieme alle organizzazioni sindacali – una lettera al Ministro dello Sviluppo Economico On. Giancarlo Giorgetti. Nel documento si chiede uno sforzo per continuare a garantire gli approvvigionamenti ma anche per contenere, in ogni modo, l’aumento dei prezzi. Una misura di attenzione alle imprese ma, ancor prima, per non danneggiare ulteriormente i consumatori, soprattutto su un bene di primaria necessità come è, appunto, il pane.

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