Cronaca

Agenti aggrediti per impedire
indagine. "Filmata" la baby gang

Sono cinque i giovani, di cui due minori, denunciati dalla polizia per aver tentato di impedire in tutti i modi agli agenti di svolgere i necessari accertamenti per individuare il ragazzo che il primo marzo scorso, in piazza delle Tranvie a Cremona, aveva sparato alcuni colpi a piombini con una pistola soft-air nei confronti di un coetaneo.

Già il giorno successivo gli investigatori della Mobile guidati dal dirigente Marco Masia avevano identificato il presunto autore dell’aggressione e stavano per effettuare una perquisizione all’interno della sua abitazione per trovare la pistola ed altri elementi utili alle indagini.

In quel momento un gruppo di giovani si è raggruppato sotto l’abitazione, cercando di impedire ai poliziotti l’accesso alla casa. L’atteggiamento oltraggioso e minaccioso dei ragazzi, tutti già conosciuti per essersi resi protagonisti di alcuni episodi illeciti, ha reso necessario  chiedere l’intervento delle Volanti e di una pattuglia dell’Arma dei carabinieri di Cremona. Il loro arrivo, però, non ha affatto scoraggiato il gruppetto. Anzi, i giovani hanno minacciato e spintonato i poliziotti, tentando anche di danneggiare le auto della Mobile, salendo pure sul mezzo dei vigili del fuoco per impedire di aiutare gli agenti ad accedere all’abitazione. I cinque hanno girato anche dei video che hanno poi diffuso su alcuni social network, apostrofando in maniera oltraggiosa polizia e carabinieri.

Dopo più di un’ora le forze dell’ordine sono riuscite a calmare gli animi e a completare l’indagine sull’aggressione in piazza delle Tranvie.

Tutto è stato ripreso dal personale della Scientifica, cosa che ha permesso di identificare i ragazzi, tutti denunciati per i reati di resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, rifiuto di fornire le generalità e per la violazione della normativa inerente al trattamento dei dati personali.

Sara Pizzorni

 

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