Cultura

"Il suono degli Amati" al via il 12
e 13 marzo con Gian Andrea Guerra

Con la rassegna Il suono degli Amati, ogni sabato e domenica di marzo, a mezzogiorno, in Auditorium Giovanni Arvedi, a Cremona, il Museo del Violino riscopre le origini degli strumenti ad arco, come li conosciamo oggi, attraverso l’opera di un Maestro e dei suoi discendenti, capaci di offrire un contributo determinante alla storia della liuteria e della musica. Ogni week end, un diverso strumento, racconterà protagonisti e accadimenti di una famiglia di Liutai geniali attivi in città tra XVI e XVII secolo.

Inaugurerà questa narrazione Gian Andrea Guerra, che si esibirà con il violino Poser 1566, di Andrea Amati, sabato 12 e domenica 13 marzo. Il 19 e il 20 saranno invece protagonisti Francesco Fiore, impegnato in un programma interamente dedicato a Bach, e la viola contralto Girolamo Amati Stauffer 1615. Infine, nell’ultimo week end del mese, Sara Zeneli alternerà due violini di Nicolò Amati: l’Hammerle 1658 circa e lo strumento della collezione Alago Familienstiftung, esposto nell’ambito del progetto friends of Stradivari.

Nel tardo rinascimento Andrea Amati (1505c.-1577) si specializza nella costruzione degli strumenti della famiglia del violino. I suoi sono i più antichi oggi conosciuti. La sua grandezza non si limita tuttavia ad essi, benché eccellenti per qualità artigianali e sonore, ma deriva soprattutto dall’aver stabilito un metodo di costruzione, basato sulla forma interna, così efficace da essere utilizzato ancora oggi. La sua lezione, inoltre, trova diretta continuità nel lavoro dei figli e del nipote che, agli albori dell’epoca barocca, consolidano il primato della liuteria cremonese.

Quella degli Amati è una vicenda cremonese. Nella città, difesa lungo il suo perimetro dalle alte mura, nel lontano 1539, un Magister, un artigiano del tempo, affitta una casa con bottega. Andrea Amati, primo fra i liutai cremonesi, in quella casa vivrà e costruirà mirabili strumenti: violini, viole e violoncelli creati per la corte spagnola di Filippo II e per la corte di Carlo IX in Francia. Il violino Poser proviene proprio da questo consort reale. Alla sua morte nell’anno 1577 i figli Antonio (1540c.-1607) e Girolamo (1548c.-1630) riceveranno in eredità un’attività indubbiamente florida. I due fratelli apporranno all’interno dei propri strumenti un’etichetta con entrambi i propri nomi.

Girolamo continuerà a utilizzare per lungo tempo la medesima dicitura anche dopo la morte del fratello, come si può leggere nella viola Stauffer 1615, la più antica di taglia contralto costruita a Cremona oggi conosciuta. Ben presto, sarà affiancato nel lavoro in bottega dal figlio Nicolò (1596-1684). L’epidemia di peste del 1630 si porterà via Girolamo Amati e, nella vicina Brescia, Giovanni Battista Maggini, lasciando così Nicolò solo fra le mura della bottega e segnando allo stesso tempo, in modo ineluttabile, la fine della tradizione liutaria bresciana.

Lo sviluppo dell’attività di Nicolò fu straordinario: ben presto, per far fronte alle richieste di lavoro, si trovò nelle condizioni di formare giovani allievi, fra questi il familio Andrea Guarneri (1623-1698). L’influenza di Nicolò è evidente anche nei lavori giovanili di Antonio Stradivari e negli strumenti di Francesco Rugeri. Girolamo II, ultimo erede degli Amati, nonostante abilità indiscusse, fuggirà dai debiti e dalla città in cerca di miglior fortuna dopo avere visto morire l’attività della famiglia, quel far instrumenti in cui gli Amati avevano primeggiato per più di un secolo.
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