Martinotti, ipotesi truffa. Gdf: "Per
13 pazienti non tornano i conti"
La difesa: "Eccedenza lavorativa del primario
pari a circa un mese e mezzo di lavoro ‘gratuito’
all’anno a favore della struttura ospedaliera"
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Ha preso il via oggi con i primi testimoni del pm Chiara Treballi il processo contro Mario Martinotti, 65 anni, di Pavia, ex primario del reparto di Chirurgia dell’ospedale di Cremona, accusato di quattro casi di omicidi colposi e truffa aggravata in concorso con la moglie, Floriana Maggi, 55 anni, dentista di Pavia.
I primi testimoni sentiti erano relativi all’imputazione di truffa aggravata all’Asst. Secondo l’accusa, l’ex primario, in pensione dal primo gennaio 2020, pur avendo un rapporto esclusivo con l’Azienda sanitaria territoriale, rapporto pagato con una indennità di esclusività pari a 51.000 euro, insieme alla moglie avrebbe messo in piedi “fittiziamente” a Casteggio, in provincia di Pavia, il Poliambulatorio Studio Medico Polispecialistico Clastidium. La moglie, ufficialmente rappresentante legale del Poliambulatorio in cui, di fatto, Martinotti visitava i propri pazienti, aveva sottoscritto con l’Asst una convenzione con la quale si autorizzava il marito primario ad esercitare la libera professione presso il Clastidium, ingannando, così, l’Asst sul rispetto del rapporto di esclusività da parte del primario. La truffa sarebbe cominciata il 24 febbraio del 2017 fino al 31 dicembre del 2019, quando Martinotti si era ritirato.
In aula ha reso testimonianza il maresciallo della guardia di finanza che a Casteggio aveva effettuato due sopralluoghi: uno il 16 ottobre e l’altro il 20 ottobre del 2018. “L’immobile”, ha spiegato l’ufficiale di polizia giudiziaria, “era di proprietà di Martinotti che l’aveva dato in comodato alla moglie. Sul campanello c’era scritto ‘dottor Martinotti’. Nessuna insegna ad indicare che ci fosse uno studio medico”. Dalle informazioni raccolte in un negozio di abbigliamento, i militari erano venuti a sapere che Martinotti era solito recarsi in studio il sabato mattina, il lunedì e mercoledì dalle 18 in poi. Il 27 ottobre i finanzieri si erano appostati davanti allo studio dove erano entrate tredici persone. Tutte erano state identificate dalle targhe delle loro auto.
“A seguito delle intercettazioni e dalle testimonianze del personale dell’ospedale”, ha riferito in aula il maresciallo, “è emerso che Martinotti svolgeva attività di libero professionista in base ad una convenzione sottoscritta nel marzo 2017 con l’ambulatorio Clastidium di cui Floriana Maggi risultava titolare”. Con l’Asst di Cremona, Martinotti aveva un rapporto di lavoro esclusivo, ma poteva svolgere attività parallela all’interno dell’ospedale, facendo passare i pazienti attraverso il Cup, ed era stato autorizzato dalla direzione sanitaria a svolgere l’attività a Casteggio. A certe condizioni: niente targa, visite in determinati giorni e orari, e con la finalità di non sottrarre il proprio monte ore professionale all’interno dell’ospedale di Cremona. L’ambulatorio rendicontava l’attività del medico e poi inviava all’Asst per la fatturazione.
Secondo l’accusa, delle visite svolte, 13 non sarebbero state oggetto di rendicontazione. Nello studio, come ha riferito il maresciallo, erano state trovate 427 schede di pazienti. Di queste, 13 nominativi non sono risultati rendicontati.
In udienza sono state poi sentite diverse testimonianze di pazienti che avevano frequentato lo studio medico di Casteggio. Nessuno conosceva il nome Clastidium. “Sono andata in studio cinque o sei volte”, ha ricordato Ines, 57 anni, di Voghera. “Avevo dei disturbi e avevo sentito parlare bene di Martinotti”. Ines era riuscita ad avere il numero di cellulare del dottore che le aveva risposto personalmente e le aveva fissato un appuntamento. “Sono andata nel 2018. Era un sabato, sul tardo pomeriggio. Ho pagato sempre in contanti, 80/100 euro. Qualche volta mi veniva rilasciato un documento fiscale, altre volte no. Portavo anche a far vedere degli esami, e in quelle occasioni non mi è stato richiesto denaro”.
“Sono andato a fare due visite quattro anni fa”, ha raccontato Luca, 24 anni, di Voghera. “Ero andato nel fine settimana, sia di mattina presto che tardi. Ho pagato in contanti”.
Al Poliambulatorio, Massimo, 61 anni, di Pavia, c’era andato una volta nel 2009 e un’altra nel 2019. “Su Martinotti c’era il passaparola, era considerato un bravo medico ed era conosciuto. L’ho chiamato sul cellulare e sono andato di sera, verso le 20. Appena si entra nello studio c’era una saletta dove c’erano persone in attesa. Mi sembra di aver pagato 50 euro. Non mi è stata data ricevuta”.
Infine la testimonianza di Michela, dermatologa di Voghera, libera professionista. “Dal 2008 fino al 2016 ho condiviso lo studio a Casteggio con il collega Martinotti. Si trattava di un semplice studio medico nel quale operavo con un contratto in comodato d’uso. Andavo una volta a settimana a titolo gratuito”. Anche la dottoressa ha detto di non aver mai sentito sentito il nome Clastidium.
I due imputati sono assistiti dagli avvocati Carlo Enrico Paliero e Luca Curatti.
La prossima udienza, in cui si entrerà anche nel vivo dell’altra accusa contestata, e cioè quella di omicidio colposo per aver sottoposto 4 pazienti ad operazioni di cui non avrebbero avuto necessità dopo aver effettuato delle diagnosi superficiali, è stata fissata al prossimo 11 maggio.
Sara Pizzorni