Cronaca

Disastro Pioltello: la drammatica
testimonianza del macchinista

E’ ripreso oggi davanti alla quinta sezione penale di Milano il processo sul disastro ferroviario di Pioltello nel quale il 25 gennaio 2018, in seguito al deragliamento del regionale Cremona-Milano Porta Garibaldi, morirono Ida Milesi, 61enne di Caravaggio, dirigente medico e chirurgo all’Istituto “Carlo Besta” di Milano, Alessandra Giuseppina Pirri, 39 anni, impiegata di Capralba, e Pierangela Tadini, 51 anni, anche lei, come Ida, di Caravaggio. 46 i feriti.

Tra i testi del pm è stato sentito il macchinista Renato Signorini, 60 anni, attualmente in pensione, che in tre lunghe ore ha ricostruito in maniera dettagliata quei tragici attimi prima del deragliamento. “Frena! Frena!”: il testimone ha detto di sentire ancora nelle orecchie la telefonata del capotreno e di aver sentito un rumore, mentre transitava dalla stazione di Pioltello, come di un movimento a fisarmonica, seguito da una decelerazione del treno, “come se qualcuno avesse tirato il freno di emergenza”. Poi la telefonata del capotreno, che si trovava sui vagoni, che gli urlava di frenare. Ma ormai era troppo tardi.  Secondo Signorini, se il treno non avesse dovuto affrontare lo scambio dopo la stazione di Pioltello, sarebbe arrivato a Lambrate senza deragliare.

Un deragliamento, per la procura, avvenuto a causa della rottura di uno spezzone di rotaia sopra un giunto in pessime condizioni.

Nel processo, oltre a Rete Ferroviaria Italiana, che è anche responsabile civile, sono imputati l’ex ad Maurizio Gentile, ora commissario straordinario per la messa in sicurezza della A24 e A25, e altri ex dirigenti, dipendenti e tecnici di Rfi. Parti civili sono la Filt-Cgil Lombardia e tutte le persone fisiche, una sessantina, non risarcite, tra passeggeri e familiari delle vittime.

La prossima udienza è stata fissata al 29 marzo.

S.P.

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