Cronaca

Riciclaggio, imputato assolto
"Clamoroso errore giudiziario"

A destra la foto che ritrae Bonaffini nel 2009, mentre a sinistra la persona che aveva venduto l'auto alla vittima

Un “clamoroso errore giudiziario”. Così l’avvocato Antonello Madeo, del foro di Roma, nella sua arringa ha definito la vicenda che ha riguardato il suo cliente, finito a processo e oggi assolto dal collegio dei giudici “per non aver commesso il fatto”. “E’ stato preso un grosso granchio, è stato fatto un errore di persona, e nonostante tutti i documenti prodotti, si è dovuti arrivare a celebrare un processo”. Una vicenda che ha interessato le procure di Lecco, Milano e infine Cremona, dove il processo era stato traferito per competenza territoriale.

La foto sulla patente del sedicente venditore

Tredici anni fa, per l’accusa, Rosario Bonaffini, 60enne, siciliano, in passato gestore di una concessionaria Audi – Volkswagen, ora titolare della GS Auto a Cassina dè Pecchi, in provincia di Milano, avrebbe ingannato un cliente, vendendogli un’auto con targa e certificato di proprietà falsi. La macchina ‘incriminata’, una Bmw, era stata venduta a Cremona, ma Bonaffini ha sempre detto di non esserci neanche mai stato a Cremona. Lo aveva ribadito anche nella scorsa udienza, quando il suo accusatore, Paolo, 67 anni, commerciante bergamasco, lo aveva riconosciuto nella foto che gli era stata mostrata dal pm. Una foto inserita in un foglio insieme ad altre immagini di soggetti più giovani. Ma quando l’avvocato Madeo gli aveva mostrato la foto sulla patente, fotocopia di un documento in bianco e nero, Paolo si era mostrato più titubante. “Mi sembra lui”.

“Assolutamente una persona diversa”, aveva sostenuto invece la difesa, e i giudici hanno dato ragione all’imputato. Oggi anche il pm Vitina Pinto, al termine della sua requisitoria, ha chiesto l’assoluzione.

“La foto sulla patente”, aveva fatto notare la difesa, “ritrae un uomo con il volto più rotondo”. Quella patente era stata utilizzata per effettuare il passaggio di proprietà. Per l’avvocato Madeo, la persona nella foto è il vero truffatore.

“All’epoca dei fatti avevo venti chili in meno rispetto ad ora”, aveva precisato lo stesso Bonaffini. “Non sono io in quella foto. Vendo auto da 30 anni, vendo 300 macchine in un anno, figuriamoci se mi mettevo nei guai per una cosa del genere. A quei tempi in concessionaria c’era un via vai di acquirenti di etnia sinti. Entravano e chiedevano informazioni. Non escludo che magari possano aver portato via qualche documento”.

Nel 2009 la vittima aveva visto un annuncio e aveva acquistato la macchina tramite un’agenzia di Cremona. Paolo aveva raccontato di essersi incontrato in centro a Cremona con il proprietario, un certo Fabio Vettorel, di Bolzano, e di aver visionato e provato il mezzo. “Due giorni dopo sono tornato e ho preso l’auto. Atto di vendita, pagata e portata a casa”. La Bmw era stata pagata in contanti: 38.000 euro. “La macchina era intestata a mia moglie”, aveva spiegato la vittima. “Era un regalo che le avevo fatto. Mi sono fidato dell’agenzia che mi aveva assicurato che quel signore era una persona affidabile”. Ma quel signore non era Rosario Bonaffini.

Sara Pizzorni

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