Prezzo del latte alla stalla,
il problema resta irrisolto
La questione è stata oggetto di uno specifico incontro svoltosi a Bruxelles ed organizzato da Copa – Cogea, l’organizzazione che raggruppa gli agricoltori e le cooperative agricole a livello europeo, con il suo gruppo di lavoro “Latte e prodotti lattiero-caseari"
Il problema del prezzo alla stalla del latte rimane irrisolto nonostante nuovi tentativi di incontri a livello ministeriale. Ad aggravare la questione la guerra Russia – Ucraina con tutte le restrizioni economiche e finanziarie del caso. Non solo, il presidente di Assolatte, Zanetti ha manifestato pubblicamente lo stato di difficoltà che grava anche sull’industria di trasformazione reclamando per questo l’attivazione di un sistema di aiuti per la intera filiera. La conclusione è che ad oggi il prezzo del latte alla stalla in Italia è ancora largamente sotto i costi di produzione e al di sotto delle quotazioni del prezzo del latte spot in Europa e sotto quelle contrattualizzate in alcuni paesi europei, ad esempio la Germania, che storicamente ha sempre avuto un prezzo inferiore a quello italiano.
La questione è stata oggetto di uno specifico incontro svoltosi a Bruxelles ed organizzato da Copa – Cogea, l’organizzazione che raggruppa gli agricoltori e le cooperative agricole a livello europeo, con il suo gruppo di lavoro “Latte e prodotti lattiero-caseari”. Tutte le associazioni agricole intervenute hanno lamentato l’aumento importante dei prezzi delle materie prime (mangimi ed energia) registrato nei mesi scorsi. Inoltre, si è discusso delle iniziative presenti e future riguardanti il benessere degli animali, altro tema scottante che tocca il comparto zootecnico nella sua interezza e che rischia di mettere fuori mercato molti allevamenti. L’incontro che si è svolto immediatamente prima dello scoppio del conflitto russo-ucraino per cui i pericoli paventati si devono considerare decisamente moltiplicati.
Sempre immediatamente prima dello scoppio del conflitto nell’est Europa si è tenuto un incontro on line a cura di Clal, una società specializzata nella elaborazione di dati del comparto lattiero caseario e nella loro analisi. Dall’analisi dei dati sviluppata dai tecnici Clal sono emersi alcuni fatti incontrovertibili e totalmente negativi per gli allevatori lombardi, ma non solo: il costo di produzione del latte è aumentato di circa 5-7 centesimi al litro dovuti per 3-4 centesimi al maggior costo alimentare e per gli altri 2-3 cents all’incremento dei costi energetici. Il che significa un aumento dei costi di produzione di oltre il 10% a cui non è corrisposto analogo incremento del prezzo di vendita alla stalla. A fronte di tutto ciò l’industria non accetta nemmeno di adeguare il prezzo a quanto pattuito in sede ministeriale, prezzo peraltro nemmeno più adeguato a far fronte all’impennata dei costi di produzione del litro latte, che ormai hanno raggiunto i 46 centesimi al litro, come rilevato da Ismea in uno specifico studio di settore.
Approfondendo l’analisi dei mercati lattiero caseari internazionali sono emerse alcune altre considerazioni. Qualcuna di particolare interesse: nell’ultimo anno a livello mondiale la produzione di latte ha subito un’interruzione dell’aumento produttivo: nel senso che si è fermato o quantomeno rallentato il costante incremento degli ultimi decenni. Con pochissime eccezioni, tra cui l’Italia, in cui la produzione è continuata a crescere, sia pure in misura ridotta. Grazie a questo incremento il nostro paese ha ormai raggiunto l’autosufficienza produttiva, stimata ad oltre il 95%; fenomeno che comporta anche un altro cambiamento epocale: da paese importatore stiamo diventando un paese esportatore, e non solo di formaggi e altri prodotti trasformati. Su questa considerazione finale si sono formulate alcune domande ed interessanti ipotesi per il futuro del nostro comparto lattiero caseario. La prima: fino a quando potremo andare avanti nel processo di crescita produttiva e a quali costi? In secondo luogo: dovremo cambiare la nostra strategia nella trasformazione del latte orientandoci anche su derivati a basso valore aggiunto ma che consentono di togliere latte dal mercato?
Questioni in linea con i tempi che cambiano e a cui occorrerà dare delle idonee risposte per assicurare un futuro al dairy italiano. Nel frattempo, mentre i produttori in cooperativa si difendono, continua la sofferenza dei produttori che conferiscono il latte all’industria alimentare.