Cronaca

Medicina Generale: l'Ordine si
scaglia contro dichiarazioni Moratti

L’Ordine dei medici contro l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Letizia Moratti. A scatenare il “disappunto” e il “dispiacere” dei medici sono state le parole pronunciate dalla Moratti durante la cerimonia di inaugurazione di una casa della comunità del bergamasco. In quell’occasione, riportano i medici, l’assessore regionale ha sottolineato il fatto che il problema della medicina del territorio non sia dovuto ad una carenza di medici di medicina generale, bensì sia causato da un problema organizzativo dettato dal fatto che questi ultimi non lavorino a sufficienza.

“Un’altra infelice ed offensiva esternazione che mette in luce una preoccupante assenza di
consapevolezza della situazione in cui versa la medicina territoriale lombarda”, secondo Gianfranco Lima, presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri. “Esprimiamo sconcerto e amarezza per queste affermazioni che non rispecchiano assolutamente la realtà dei fatti e che dimostrano una preoccupante assenza di interesse e sistematica sottostima delle difficoltà in cui versa la Medicina Generale.

È ormai nota la fuga dei colleghi da questa branca professionale sia per pensionamenti precoci che per la mancanza di interesse dei giovani colleghi verso il corso di formazione specifica. Infine, ricordiamo come numerosi cittadini ad oggi siano privi di medico di famiglia. Ricordiamo come l’orario a cui fa riferimento l’assessore Moratti sia in realtà un orario minimo da contratto nazionale di apertura degli studi medici dedicato alle visite ambulatoriali e di come questo, nel corso degli
anni nella nostra Ats, mediante accordi locali, si è provveduto ad estendere. Inoltre, è giusto menzionare che i medici di medicina generale organizzati in forme associative garantiscono una copertura oraria tutti i giorni feriali fino alle ore 19.00 e il sabato dalle ore 08.00 alle ore 12.00.

Agli orari di ambulatorio vanno aggiunte numerose ore in cui vengono espletate una serie di attività collaterali, a scopo esemplificativo e non esaustivo: organizzazione e gestione delle campagne vaccinali e di screening; gestione dei pazienti scoagulati; esecuzione dei tamponi antigenici ed il conseguente iter di segnalazione e registrazione; monitoraggio dei pazienti covid positivi; gestione dei pazienti cronici; attività certificative; non da ultimo, visite domiciliari programmate ed occasionali.

Alla luce del sempre crescente carico burocratico (legato alla pandemia e non solo), abbiamo inoltre
registrato una crescente preoccupazione da parte dei medici di famiglia che il loro ruolo clinico e di
riferimento dei cittadini si trasformi in una veste con funzioni esclusivamente amministrativo-segretariali”.

“Pertanto”, prosegue Lima, “le dichiarazioni rilasciate dimostrano quanto non ci sia contezza da parte di Regione Lombardia di come e quanto i propri medici di famiglia lavorino. Vogliamo sottolineare tutta la nostra vicinanza ai colleghi medici di medicina generale comprendendo la loro incertezza nel futuro professionale che potrà solamente accentuare gli abbandoni e il rischio di burn out. Le affermazioni dell’assessore Moratti possono solamente allontanare il dialogo e dare adito a ulteriori movimenti di protesta lontani da intenti propositivi e costruttivi.

Auspichiamo che torni la volontà di dialogare con i medici di famiglia al fine di migliorare fattivamente la loro qualità del lavoro senza andare a sovraccaricarli ulteriormente con incombenze burocratiche allentandoli sempre di più dall’attività clinica e assistenziale verso i propri assistiti”.

 

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