“L’altra anima del violino”, Brunello
e Sollima stregano il pubblico
Due mirabolanti violoncellisti dai temperamenti distinti -l’uno più meditativo, l’altro più vulcanico- eppure complementari, con quattro strumenti contemporanei e un programma di rivisitazioni dalla lirica al rock: ecco gli ingredienti del concerto eseguito ieri sera nell’Auditorium Giovanni Arvedi con gli artisti Mario Brunello e Giovanni Sollima, che hanno inaugurato la rassegna “L’altra anima del violino” promossa da Unomedia e Museo del Violino con la direzione artistica di Roberto Codazzi.
Una serata dedicata ai «fake d’autore» come l’hanno definita gli stessi musicisti, che hanno dialogato a lungo con il pubblico prima di offrire novanta minuti di sublime immersione nell’arte dei suoni. Ebbene, da un lato gli strumenti (due violoncelli e due violoncelli piccoli) realizzati dai liutai Filippo Fasser e Nicola Segatta, ispirati alle creazioni dei Maestri del passato come Rogeri e Amati, dall’altro il programma con le trascrizioni di partiture celebri che attraversano epoche e stili: in apertura le verdiane arie da “La Traviata”, a seguire la “Suite Italienne” di Stravinsky passando per altri brani iconici come la “Ciaccona in re minore” di Bach, per chiudere con un bis sulle note dei Queen senza tralasciare i pezzi originali firmati dallo stesso Sollima con spiccata creatività.
Un’esecuzione perfetta da parte del duo, che ha mostrato un’alchimia capace d’innescare applausi scroscianti. Un pensiero è stato rivolto anche all’Ucraina, quando Brunello ha mostrato le custodie gialle e blu poste nell’ovale della sala con la scritta: ‘This land is your land’.
Federica Priori