Cronaca

Vuole l'incasso, ma la titolare della
farmacia reagisce. Preso rapinatore

Aveva commesso una tentata rapina alla farmacia Sant’Ambrogio di via Fabio Filzi armato di un coltello. Venerdì scorso gli uomini della squadra Mobile della Questura di Cremona guidati dal dirigente Marco Masia hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip su richiesta del pm Chiara Treballi nei confronti dell’autore del tentato colpo, un 60enne cremonese, noto alle cronache per aver rapinato nel 2013 la farmacia Zamboni, ma soprattutto per essere stato l’autore del tentato omicidio avvenuto il 3 febbraio del 2007 davanti al Sert di via Postumia. Per regolare un conto per questioni di droga, l’uomo aveva sparato due colpi di arma da fuoco contro un 36enne cremasco.

Lo scorso 29 dicembre verso l’orario di chiusura della farmacia di Guglielmo Leggeri, il 60enne, con una cuffia calzata fin sopra gli occhi, il volto totalmente nascosto da una mascherina con solo un foro all’altezza del naso e da un paio di occhiali da sole scuri, è entrato all’interno della farmacia impugnando un grosso coltello. Raggiunte le casse, si è rivolto a Fulvia, la moglie del titolare, brandendo l’arma e puntandola verso di lei, intimandole di consegnargli l’incasso della giornata “senza fare cazz…”.

“Non scherzare”, ha replicato la donna in modo deciso. E a quel punto lui ha afferrato brutalmente il braccio dell’estetista per immobilizzarla, rivolgendosi ancora alla  moglie del titolare: “Vuoi che le faccia del male?”. Ma la donna non si è fatta intimidire: urlando, ha intimato al malvivente di andarsene, e lui, evidentemente spiazzato, ha deciso di allontanarsi. Al momento della rapina, in farmacia, oltre alla moglie del titolare e all’estetista, c’era il titolare Guglielmo Leggeri, che era in ufficio, il figlio Simone e due farmaciste.

Immediato l’intervento degli agenti della squadra Volante e dei colleghi della Mobile  che si sono messi subito al lavoro, sentendo le testimonianze delle due donne e analizzando le immagini del sistema di videosorveglianza. Nonostante il rapinatore avesse il volto totalmente nascosto, l’acume investigativo e la profonda conoscenza del territorio hanno permesso agli investigatori di individuare alcuni particolari, come la camminata claudicante e un tatuaggio sulle mani, riuscendo ad arrivare ad individuare il 60enne, malato psichiatrico seguito dai servizi sociali, ex tossicodipendente e noto per i suoi precedenti. Lo assiste l’avvocato Giuditta Evangelisti. Domani nei confronti dell’uomo è previsto l’interrogatorio di garanzia da remoto.

La perquisizione domiciliare effettuata il 5 gennaio ha permesso di ritrovare tutti gli abiti che aveva utilizzato per commettere la rapina. Nella stessa giornata gli investigatori hanno scoperto che il grosso coltello utilizzato per tentare il colpo era stato consegnato ad un amico. L’arma è stata quindi rintracciata e sequestrata.

Sara Pizzorni

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