Cronaca

Spese di rappresentanza del
Comune, ora c'è il regolamento

Lo ha richiesto la Corte dei Conti. In questi anni stanziati solo 1000 euro nel bilancio comunale

Avviato in Comune il percorso per regolamentare le spese di rappresentanza dei politici. Fino a ieri non esisteva di fatto uno specifico regolamento, ma solo un articolo all’interno del capitolo generale di contabilità. La Corte dei Conti ha richiesto di normarlo definendo le linee generali e il testo è stato presentato in Commissione Bilancio.

Le spese di rappresentanza possono essere autorizzate previa verifica economica dal sindaco, dagli assessori e dal presidente del consiglio. Si tratta di spese necessarie a mantenere o ad accrescere il prestigio dell’Ente all’esterno in occasione di visite, manifestazioni, ricorrenze. Tra le tipologie, ad esempio, rientrano l’ospitalità in particolari occasioni, materiale pubblicitario, rinfreschi in occasione di cerimonie, di inaugurazioni o manifestazioni promosse dall’Ente, alle quali partecipino personalità o autorità estranee all’Ente.

Ma anche onoranze commemorative, visite ufficiali con delegazioni straniere, spese connesse a premiazioni di tipo sportivo o culturale, ma straordinarie. Non rientrano, ad esempio cene, colazioni, pranzi, omaggi a favore di dipendenti, ex dipendenti, amministratori, ex amministratori.

Il Comune di Cremona mette a bilancio solo 1000 euro, e le spese in questi anni non hanno superato questa cifra. Nel 2021 le spese maggiori hanno riguardato la visita del Presidente della Repubblica, mentre nel 2020 c’è stato l’acquisto di omaggi di rappresentanza a delegazioni nazionali e straniere in occasione di incontri con il Sindaco.

Silvia Galli

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