Cronaca

Rapina col coltello in stazione
e botte ai carabinieri. A processo

Aveva avvicinato un uomo seduto in sala d’attesa alla stazione di Piadena, e minacciandolo con un coltello, lo aveva costretto a consegnargli il telefono cellulare. A processo con l’accusa di rapina è finito il marocchino 20enne Hamid Bouslim, residente a Piadena, accusato anche di resistenza a pubblico ufficiale per aver aver aggredito i quattro carabinieri che erano accorsi alla stazione per fermarlo. L’imputato, in particolare, li aveva ripetutamente spintonati, colpendone uno con pugni allo sterno e ferendone un altro al polso sinistro. I carabinieri erano stati anche minacciati: “Vi ammazzo, vi sparo, me la pagherete”, aveva detto l’uomo. L’episodio risale al 16 gennaio del 2019. L’imputato, con precedenti penali alle spalle, è difeso dall’avvocato Fabio Galli.

Quel pomeriggio, Abdul, 23enne ghanese domiciliato a Calvatone, si era trovato faccia a faccia con l’imputato che, con il coltello in mano, gli aveva intimato più volte di consegnargli il cellulare. Dopo le prime resistenze, la vittima aveva ceduto, mentre il rapinatore si era allontanato con la refurtiva lungo i binari della linea ferroviaria Piadena-Cremona. Ai carabinieri, Abul aveva riferito di aver visto più volte quel ragazzo bazzicare in stazione, e i militari avevano capito subito di chi poteva trattarsi. Il giovane era stato rintracciato vicino ad un distributore di sigarette di Piadena. Alla vista dei militari, il 20enne aveva cominciato ad agitarsi. Erano partiti insulti e poi spintoni violenti per cercare di sottrarsi al controllo. In un primo momento il marocchino era riuscito a fuggire in direzione dei giardini pubblici di via Cavallotti. Raggiunto, si era nuovamente agitato e aveva minacciato i militari: “Vi ammazzo, bastardi”. Alla fine, non senza fatica, il ragazzo era stato bloccato e condotto in caserma.

In un momento di lucidità, il 20enne aveva svuotato le tasche e il borsello, dimostrando di non essere in possesso nè del telefono nè del coltello. Probabilmente era riuscito, prima dell’arrivo dei carabinieri, a disfarsi di tutto. Durante tutta la permanenza in caserma il marocchino aveva continuato ad inveire e a minacciare i militari, dicendo: “Vi ammazzo, vi sparo, non sapete chi sono, me la pagherete”. Nel frattempo la vittima, che si trovava in caserma per formalizzare la denuncia, aveva riconosciuto senza ombra di dubbio il rapinatore.

Il processo nei confronti di Hamid Bouslim si aprirà il prossimo 17 maggio.

Sara Pizzorni

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