Cronaca

Prima storica visita del vescovo
alla comunità ortodossa rumena

«Ho scritto sulla nostra pagina Facebook che questa visita è un momento storico». Così padre Doru Fuciu, parroco della Chiesa rumena ortodossa ha presentato alla propria comunità la visita di ieri del vescovo Antonio Napolioni, primo vescovo della Chiesa cattolica ad entrare nella chiesa di Borgo Loreto dove ogni domenica la comunità rumena si ritrova per la celebrazione comunitaria. Un momento gioioso e suggestivo dal profondo significato ecumenico, che si colloca significativamente all’interno della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.

Il vescovo si è recato alla chiesa della comunità ortodossa accompagnato da don Pietro Samarini, parco di Borgo Loreto, al termine della Messa celebrata in parrocchia in occasione della visita pastorale che si sta svolgendo nelle comunità della nascente unità pastorale con San Francesco e San Bernardo.

Calorosa l’accoglienza della comunità ortodossa rumena riunita per la celebrazione eucaristica, nella chiesa decorata magnificamente con le icone tipiche della tradizione ortodossa e colorata dagli abiti tradizionali indossati da alcuni fedeli.

«Il 2 febbraio – ha ricordato padre fu Chou – saranno 19 anni che la Chiesa ortodossa rumena è a Cremona. Ringrazio la Chiesa cattolica cremonese per che ci ha accolti. Ricordo al mio arrivo quando vidi nell’armadio della sacrestia i paramenti cattolici accanto a quelli ortodossi – ha aggiunto – Pensavo: oggi iniziamo dai vestiti poi l’unità sarà delle persone».

Il saluto del Vescovo Napolioni inizia con una richiesta di scuse: «Sono in ritardo – ha esordito -. Sono qui da sei anni, dovevo venire prima». In un clima di cordiale amicizia monsignor Napolioni è stato invitato sull’altare per l’ultima parte della celebrazione e al termine del rito il suo saluto è stato un messaggio sentito di unità nel nome di Cristo: «Dio è più grande di tutte le chiese. Abbiamo lingue diverse qualche divisione ma non sul Signore che è davvero uno. E noi siamo vicini, abitiamo la stessa terra e Dio ci chiede di dare testimonianza con le opere. La pandemia – ha aggiunto – ci mette alla prova tutti e ricorda che ci salveremo solo insieme. La possibilità di questo incontro – ha poi concluso – è un grande segno di quello che potremmo fare ancora di più per essere una cosa sola come ci ha chiesto Gesù». E poi, guardando all’assemblea e alla chiesa con i segni e i colori della tradizione ortodossa: «In questa unità la diversità abbellisce. Il mondo è a colori e anche la chiesa lo deve essere».

Dopo la benedizione l’incontro è proseguito con lo scambio dei doni: al Vescovo, invitato a spezzare il pane con il sale, simbolo evangelico di comunione, un’icona mariana e un mazzo di fiori in segno di amicizia, oltre ad un canto di augurio intonato dall’assemblea. In conclusione anche un omaggio al segretario episcopale don Flavio Meani in occasione del suo 70° compleanno.

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