Aviaria, Rolfi: "Non si trasmette
all'uomo; allarmismo di basso profilo"
“L’aviaria non crea alcun pericolo per l’uomo. Chi, come il consigliere Verni, dice il contrario fomenta un allarmismo ingiustificato e crea ulteriori danni alla filiera avicola italiana. Una eccellenza che soddisfa l’intero fabbisogno nazionale e che esporta all’estero prodotti di alta qualità e sicurezza alimentare. In Lombardia il settore conta 1.200 allevamenti e 25 milioni di capi allevati”. Lo ha detto l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi, in merito alla situazione sulla aviaria in Lombardia.
“In Lombardia – ha aggiunto l’assessore – su 56 focolai di aviaria registrati sono 41 quelli già estinti. Criticare la Regione per la diffusione di una malattia che è presente in natura e che torna ciclicamente significa non conoscere la materia o peggio ancora strumentalizzarla. Proporre poi di combatterla limitando la caccia, come fa il consigliere Verni, è sinonimo di una visione ideologica che poco si sposa con le esigenze delle imprese lombarde”. “Tra l’altro – ha proseguito Rolfi – ricordo che abbiamo già bloccato lo spostamento dei richiami vivi come richiesto dal ministero. Credo sia giunto il momento anche per l’Italia di introdurre il vaccino contro l’aviaria. Lo sta già facendo la Francia in maniera strutturata e anche noi dobbiamo intervenire per una profilassi diffusa contro questa malattia”.
“La filiera avicola – ha sottolineato l’assessore – è eccellenza italiana nel mondo. Va tutelata con ristori e investimenti, non attaccata. Servono soluzioni concrete per arginare la fauna selvatica, vettore della malattia, e aiuti alle imprese. La Regione – ha concluso l’assessore Rolfi – negli ultimi anni ha dato 2 milioni di euro a 76 allevamenti avicoli per investimenti in biosicurezza, mentre chi la critica si è limitato parlare a vanvera di cose che non conosce”.
“In Lombardia – ha aggiunto l’assessore – su 56 focolai di aviaria registrati sono 41 quelli già estinti. Criticare la Regione per la diffusione di una malattia che è presente in natura e che torna ciclicamente significa non conoscere la materia o peggio ancora strumentalizzarla. Proporre poi di combatterla limitando la caccia, come fa il consigliere Verni, è sinonimo di una visione ideologica che poco si sposa con le esigenze delle imprese lombarde”. “Tra l’altro – ha proseguito Rolfi – ricordo che abbiamo già bloccato lo spostamento dei richiami vivi come richiesto dal ministero. Credo sia giunto il momento anche per l’Italia di introdurre il vaccino contro l’aviaria. Lo sta già facendo la Francia in maniera strutturata e anche noi dobbiamo intervenire per una profilassi diffusa contro questa malattia”.
“La filiera avicola – ha sottolineato l’assessore – è eccellenza italiana nel mondo. Va tutelata con ristori e investimenti, non attaccata. Servono soluzioni concrete per arginare la fauna selvatica, vettore della malattia, e aiuti alle imprese. La Regione – ha concluso l’assessore Rolfi – negli ultimi anni ha dato 2 milioni di euro a 76 allevamenti avicoli per investimenti in biosicurezza, mentre chi la critica si è limitato parlare a vanvera di cose che non conosce”.