Cronaca

Legambiente: Cremona appena
sufficiente nel report Animali in Città

Come vivono gli animali d’affezione in provincia e a Cremona? Nel giorno di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali domestici, Legambiente ha pubblicato il X rapporto nazionale “Animali in Città”, indagine che valuta le performance di amministrazioni comunali e aziende sanitarie per la migliore convivenza in contesti urbani con animali padronali e selvatici. Pochissimi i comuni cremonesi che hanno fornito i dati e quasi tutti sul cremasco: Spino d’Adda, Palazzo Pignano, Ripalta Arpina, Fiesco, Salvirola; e poi Casalmorano, il capoluogo Cremona e Casalmaggiore.

Il Comune di Cremona non brilla: delle quattro aree tematiche individuate, per un totale di 36 indicatori, raggiunge la sufficienza in due  di esse, in uno ottiene un buono, e in uno è addirittura insufficiente. Il giudizio complessivo è sufficiente (40,7 punti su 104).

Queste le quattro aree e i voti del Comune di Cremona.

Quadro delle regole. Voto 10 su 30: sufficiente. Include i regolamenti comunali e le ordinanze sindacali che implementano o rafforzano la normativa vigente o articolano nuove e vecchie esigenze dei cittadini in ambito comunale.

Quadro Risorse/Risultati. Voto 11,5 su 27: sufficiente. Sono le risorse economiche impegnate e i risultati rispetto ad alcuni degli aspetti con maggior ricaduta su cittadini e pubblica amministrazione.

Quadro organizzazione/Servizi. Voto 11,95 su 25: buono. Include le strutture e i servizi offerti ai cittadini, tra cui le aree cani.

Quadro controlli. Voto 7,24 su 25: insufficiente. Si parla di organizzazione ed efficacia delle attività di controllo.

In pratica, il comune risulta carente nel verificare aspetti quali l’applicazione delle proprie ordinanze e regolamenti in materia di tutela degli animali; la conoscenza aggiornata e l’adeguatezza delle informazioni sulla presenza di strutture dedicate agli animali da compagnia; l’aggiornamento delle anagrafi canina e felina. Carente anche per quanto riguarda la dotazione di lettori microchip assegnati al personale dipendente.

Va detto che Cremona è in buona compagnia: solo poco più di 1 Comune su 5 (il 21,6%) ha effettuato specifici controlli e il 73,5% dichiara di aver dotato il proprio personale di lettore microchip (semplice ma indispensabile strumento per leggere la “targa” del cane, il microchip). Andando a vedere quanti sono i lettori di microchip che i Comuni dichiarano di aver dato in uso al personale ne risultano 569, ossia in media 1,2 per ciascuna delle 482 Amministrazioni comunali che li hanno dichiarati.

Nell’ambito della presentazione del rapporto, Legambiente riconosce anche dei premi alle esperienze dei Comuni e delle Aziende sanitarie che hanno realizzato le performance migliori. Il premio sarà consegnato in primavera, nessuno riguarda i comuni della nostra provincia né l’Ats Valpadana. Sarà invece premiata l’amministrazione comunale di Mantova, come miglior valutazione complessiva tra i comuni fra i 15mila e i 100mila abitanti; e quella di Milano, tra le città oltre i  500mila. 

Tra le Aziende sanitarie, premiate in Lombardia solo ATS Brescia e ATS della Montagna. gb

 

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