Il vescovo: "La Comunione sia
distribuita da ministri vaccinati"
“Personalmente vorrei che la Santa Comunione fosse distribuita (e a maggior ragione, portata agli ammalati) – scrive ancora il Vescovo – da ministri vaccinati. Qualora ciò non fosse possibile, si incarichi ad actum una persona idonea, religiosa o laica, dotata di avvenuta vaccinazione”. Lo scrive il vescovo di Cremona Antonio Napolioni in una lettera inviata a sacerdoti, diaconi e religiosi della diocesi con l’invito a “essere testimoni di fiducia, senso di responsabilità e attenzione al bene comune, compiendo l’atto di amore è costituito dalla vaccinazione anti covid”. Un invito rivolto anche ai fedeli, in particolare coloro che hanno responsabilità educative e pastorali.
“Non sto a ripetere le tante motivazioni che giustificano questa richiesta – scrive il vescovo nella sua lettera – e faccio appello al sensus Ecclesiae che per noi cristiani dovrebbe essere un ulteriore fattore di discernimento”.
Tra le priorità evidenziati da monsignor Napolioni, quella che “i fedeli partecipanti alle nostre celebrazioni, i quali talvolta segnalano timori e preoccupazioni, siano messi in grado di confidare nella nostra necessaria prudenza nei comportamenti”. Per questo diventa opportuno – sottolinea il Vescovo – “che i presbiteri, per prestare servizio nelle celebrazioni, abbiano sempre cura di trovarsi in una delle tre condizioni previste dalla legge”: vaccinazione, guarigione da non oltre 180 giorni o test negativo da non oltre 48 ore.
Nella lettera si richiama, inoltre, ad avere sempre “la massima cura delle precauzioni igieniche nella preparazione del necessario alla liturgia, tenendo sempre coperte le Specie eucaristiche sull’altare”, ricordando poi che nelle circostanze attuali non è ancora possibile distribuire la Comunione direttamente in bocca.