Rifiuti e scarti industriali gettati
nelle rogge. Allarme ambientale
Immagini che non si vorrebbero mai vedere, ma che purtroppo sono all’ordine del giorno in una società sempre più all’insegna del degrado e dell’inciviltà. Sacchi di rifiuti di ogni genere sono spuntati in una vasta area nelle campagne nella zona di Picenengo, a ridosso della zona industriale di via Sesto e della Paullese. Rifiuti gettati nelle rogge e nei fossi di irrigazione come se fossero discariche. Uno spettacolo nascosto a chi transita in auto, ma ben visibile a chi la zona la vive andando a passeggio con il cane o magari facendo footing. Un scoperta che lascia sconcerto e amaro in bocca al pensiero dei tanti che continuano incessantemente a rovinare l’ambiente.
A nulla è servito collocare in vari punti della zona industriale, tra via de’ Berenzani e via Sesto, dove costante è il passaggio di auto e soprattutto di mezzi pesanti che si fermano a lungo per caricare o scaricare merce dalle varie aziende, punti di raccolta dei rifiuti. I contenitori, infatti, sono sempre vuoti. In compenso piene sono le rogge che costeggiano i campi, riempite a dismisura di rifiuti domestici, ma anche di scarti edili ed industriali. Sparsa ovunque anche la sabbia delle lettiere degli animali. Tutto opportunamente collocato a ridosso di ponticelli e di fossi, nascosto alla vista dei più.
Una situazione che troviamo anche in altre zone periferiche, ad esempio lungo via Riglio, nella scarpata che costeggia la ex raffineria, dove da qualche giorno sono stati rovesciati rifiuti domestici, sparpagliati a mucchi per un lungo tratto. Pannolini e pezzi di plastica sono stati riversati anche sullo spiazzo verde sul lato opposto, dove Lungo Po Europa si innesta su via Riglio, proprio accanto al cartello stradale che annuncia l’ingresso in città.
Un allarme, quello ambientale, che sta assumendo proporzioni davvero preoccupanti anche nella nostra città. Non solo in centro, dove sono quotidiane le segnalazioni di rifiuti abbandonati in ogni dove, ma anche nella periferia cittadina e nelle campagne. Un segnale che non fa certo ben sperare di avere davanti a noi un futuro migliore.
Sara Pizzorni