Ponchielli, Angela Cauzzi prosciolta
dall'accusa di abuso d'ufficio
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L’ex sovrintendente del teatro Ponchielli Angela Cauzzi è stata prosciolta “perchè il fatto non sussiste” dal gup Elisa Mombelli in merito all’accusa di abuso d’ufficio per aver violato la disciplina relativa ai contratti pubblici di fornitura soprasoglia. I fatti contestati vanno dal 2016 al 2020. L’esposto contro la Cauzzi era stato presentato da Andrea Rurale, uno dei consiglieri della Fondazione.
L’accusa per l’ex direttore del teatro, incarico che ha svolto per più di trent’anni, era quella di aver favorito il fratello, titolare della ditta “Proservice”, per alcuni contratti di prestazioni di fonico e noleggio di materiale cosiddetti soprasoglia (sopra i 40mila euro), senza gara d’appalto e comunque non osservando le discipline previste per l’affidamento diretto dei contratti soprasoglia.
Angela Cauzzi, non presente in aula, era difesa dall’avvocato Isabella Cantalupo che, dopo una lunga arringa e il deposito di due memorie difensive, ha incassato il proscioglimento per la sua assistita. “Piena soddisfazione”, ha commentato il legale, “perchè è stato riconosciuto il corretto operato di Angela Cauzzi che ora potrà riacquistare un pò di serenità”. “Le prestazioni dei fornitori, tutti storici, sono state effettivamente svolte e nessun vantaggio illecito è stato procurato. Le procedure sono state tutte corrette, il Ponchielli è una fondazione di diritto privato”. “I singoli contratti”, ha poi spiegato l’avvocato Cantalupo, “erano inferiori ai 40.000 euro. Tutto è stato fatto in buona fede e in assoluta mancanza di dolo”. La mia cliente si è detta sollevata, contenta che sia emersa la verità e spera di dimenticare presto tutta questa brutta faccenda”.
Secondo il pm Chiara Treballi, che ne aveva chiesto il rinvio a giudizio, la Cauzzi non si sarebbe astenuta nell’assegnazione dei lavori, pur in una situazione di conflitto d’interessi, in favore della ditta individuale del fratello, facendogli ottenere vantaggi patrimoniali, così come avrebbe fatto per la ditta individuale “Testa consulenti e creativi”.
In particolare, secondo l’accusa, la Cauzzi, delegata dal Cda della “Fondazione Teatro Ponchielli” anche a concludere contratti per prestazioni artistiche, tecniche, assicurative e di servizi vari relativi all’attività della Fondazione, avrebbe procurato alla ditta individuale “Proservice” del fratello Alberto, un “ingiusto vantaggio patrimoniale, consistito nell’affidare di fatto alla ditta del fratello la fornitura dell’attività di fonico per la Fondazione in assenza di una qualsiasi procedura ad evidenza pubblica, e conseguentemente di un contratto, e dunque nell’autorizzare in favore del fratello le spese per le forniture di servizi resi”, quantificate in 234.805,44 euro dal 2016 al 2020.
Secondo la procura, la Cauzzi avrebbe intenzionalmente procurato un ingiusto vantaggio patrimoniale anche alla ditta “Testa consulenti e creativi”, affidandole di fatto la fornitura di attività di progettazione grafica per la Fondazione, anche in questo caso “in assenza di una qualsiasi procedura ad evidenza pubblica, e conseguentemente di un contratto, e dunque nell’autorizzare in favore della ditta le spese per le forniture di servizi resi”, quantificate, sempre tra il 2016 e il 2020, in 184.811,33 euro.
Per il giudice, invece, tutto regolare. La motivazione della sentenza sarà depositata entro 30 giorni.
Sara Pizzorni