Cronaca

Tavola della Pace al Boschetto
per l'anniversario di don Mazzolari

Giovedì 13 gennaio 2022 alle ore 16, a 132 anni dalla nascita, si terrà la consueta visita alla cascina natale di don Primo Mazzolari, al quartiere Boschetto, organizzata dalla Tavola della Pace di Cremona. Ritrovo alle 16 sul sagrato della chiesa parrocchiale del Boschetto, quindi alle 16,30 incontro all’aperto nell’aia della cascina San Colombano, con gli interventi di don Luigi Pisani parroco di Bozzolo e di esponenti della  Tavola della pace. Lo slogan sarà “né barriere né guerre”, per una cultura della pace e della nonviolenza tesa a fermare la corsa al riarmo e rilanciare la Campagna “Italia Ripensaci” affinché il nostro Paese ratifichi il Trattato di messa al bando delle armi nucleari adottato dall’ONU.

“Non ascoltate chi vuole dimostrarvi che le barriere sono necessarie e che senza una guerra non si rimette a posto nulla”, così disse nell’omelia di Natale del 1931 don Primo. “Dopo 90 anni da queste parole – afferma Marco Pezzoni, tra gli organizzatori dell’iniziativa – siamo alle prese con muri che si alzano in mezza Europa contro i migranti. Dopo 90 anni sosteniamo la Turchia e la Libia perché detengano milioni di profughi e di richiedenti asilo. Dopo 90 anni ricorriamo alla guerra dei dazi per competere meglio con economie emergenti. Dopo 90 anni congeliamo i fondi esteri dell’Afghanistan mentre la popolazione affonda in una crisi umanitaria disperata. Dopo 90 anni solo la vendita di armi continua ad aumentare in tutto il mondo dotando di tecnologie militari sempre più avanzate molti regimi e molte dittature in nome della realpolitik e dell’incremento del nostro Pil.
Come ci ha insegnato Primo Mazzolari nei suoi scritti sul quindicinale “Adesso” e nel libro “ Tu non uccidere” la guerra è prima di tutto una costruzione sociale che parte da una educazione e una cultura basata su sentimenti di ostilità verso un “nemico” da individuare o da inventare, che comporta garantirsi privilegi nazionali e di status nel reperire risorse in una competizione disuguale e spietata, che si struttura in industrie e banche armate che fanno profitti sulla corsa al riarmo, che promuove dentro le istituzioni una concezione della sicurezza basata più sulla forza che sul diritto, che imbroglia chiamando patriottismo il nazionalismo, che legittima alleanze e blocchi militari e l’indispensabilità ad appartenervi, che relega la nonviolenza e l’etica del rispetto della dignità di ogni persona nel cielo dell’utopia.
Di contro la pace è una costruzione sociale, culturale, economica, istituzionale e politica altrettanto complessa ed è destinata al fallimento se è pensata come semplice innesto su società strutturate sulla logica delle barriere, della rivalità, del proprio esclusivo vantaggio egoistico e della propria potenza tecnologica e militare”.

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...