Ambiente

Rifiuti, FI polemica: "Si differenzia
di più, ma si ricicla di meno"

L’approvazione del Documento unico di programmazione (Dup) da parte del consiglio comunale di ieri ha riportato l’attenzione ancora una volta sulla questione rifiuti, con un nuovo attacco di Forza Italia alle scelte attuate dall’amministrazione Galimberti.

“L’efficacia della raccolta differenziata – affermano in una nota i consiglieri Carlo Malvezzi, Federico Fasani, Saverio Simi – si verifica quando si registra un incremento del quantitativo di rifiuti effettivamente avviati al riciclo. Si tratta dell’unico vero dato indicatore che può documentare l’efficacia del servizio: un beneficio sul piano ambientale e un vantaggio su quello economico. Il dato si accompagna comunemente ad un aumento dei ricavi per la vendita dei rifiuti, se ben differenziati, ai consorzi che trasformano i materiali ridando loro vita. Quando ciò accade è giusto attendersi una riduzione delle tariffe per i cittadini e le attività produttive che si assumono l’onere e l’impegno di differenziare, con non pochi disagi, presso le proprie abitazioni o sedi lavorative da essi stessi rifiuti prodotti. Quella descritta è la dinamica che si riscontra nel mondo reale, ma non a Cremona dove alla realtà di preferisce la propaganda.

Sin dall’inizio della cosiddetta fase “sperimentale” della tariffa puntuale dei rifiuti, decisa dall’amministrazione comunale senza alcun confronto preventivo, abbiamo messo in guardia la Giunta dai rischi che avrebbero corso introducendo un meccanismo che non premia l’effettivo riciclo dei rifiuti, ma solo l’apparente differenziazione degli stessi. È esattamente ciò che sta accadendo a Cremona. Per ammissione della stessa amministrazione, ad un aumento della percentuale di raccolta differenziata corrisponde una diminuzione di rifiuto avviato al riciclo, perché non idoneo: in parole semplici aumentano i sacchi della differenziata, ma dentro ci sono meno rifiuti che possono essere effettivamente riciclati.
L’amministrazione però continua strumentalmente ad alimentare questo equivoco, non guardando i dati che indicano l’efficacia del servizio (quantitativi di rifiuti effettivamente riciclati) ma si aggrappa a percentuali per nulla significative sul piano ambientale ed economico (percentuale di raccolta differenziata prescindendo dalla qualità). Infatti oltre il 50% dei rifiuti “differenziati” vengono inviati all’incenerimento in quanto non idonei al riciclo.
Nelle organizzazioni complesse, come l’igiene urbana e il sistema energetico di una città, gli attori seri si assumono la responsabilità di individuare indicatori sui quali misurare l’efficacia delle proprie scelte, accettando anche il rischio di coglierne i limiti e gli errori di impostazione. La Giunta comunale ha invece evitato accuratamente di stabilire obbiettivi misurabili, scaricando preventivamente la colpa dei propri prevedibili fallimenti sui cittadini indisciplinati e ineducati.
Il medesimo approccio superficiale e ultimamente ‘irresponsabile’ si ritrova anche per diverse altre scelte che l’Amministrazione ha assunto in questi anni anche in ambito ambientale, spesso ispirate dall’improvvisazione (gestione caotica del verde pubblico, realizzazione di discutibili piste ciclabili) dove l’unico vero interesse è  la raccolta del consenso, non il beneficio per i cittadini”.

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