Nuovo ospedale, firmato
il protocollo d'intesa
Come annunciato anche dall’assessore regionale al Welfare Letizia Moratti durante l’ultima visita a Cremona, oggi, mercoledì 15 dicembre, è stato firmato il protocollo d’intesa relativo al nuovo ospedale cittadino. Ad annunciarlo, sul proprio profilo Facebook, il sindaco Gianluca Galimberti. L’intervento si concretizzerà attraverso un’operazione di sostituzione edilizia che andrà a sostituire l’attuale monoblocco con un investimento di 330 milioni di euro.
Alla firma del documento, oltre a Galimberti, erano presenti il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, la vicepresidente e assessore al Welfare, Letizia Moratti; il direttore generale dell’Asst, Giuseppe Rossi; il dg di Ats Valpadana, Salvatore Mannino; il presidente della Provincia di Cremona, Mirko Signoroni.
“Oggi – ha spiegato il primo cittadino – abbiamo firmato il primo atto ufficiale con Regione, Provincia, Asst e Ats. Nei prossimi giorni partirà un tavolo di lavoro per coinvolgere anche altri attori del territorio e della città in questo progetto. Il percorso è lungo (l’obiettivo è il 2026), ma non infinito. E soprattutto irripetibile e necessario. Lavoriamo insieme per la salute, per i servizi, per le persone”.
La nuova struttura sarà costruita nell’attuale area ospedaliera con un investimento di 330 milioni di Regione provenienti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, mentre quella attuale verrà abbattuta. “Il nuovo ospedale – dice ancora Galimberti – è un’occasione importante per ripensare non solo una struttura, ma un sistema, e per questo dovrà essere integrato e sinergico con le altre strutture sanitarie”.
Il nuovo ospedale “deve essere il “pretesto” per ripensare ai servizi sanitari e socio-sanitari in città e nel territorio, a partire dalla nuova casa di comunità che sorgerà all’ex Inam in viale Trento Trieste e che si affiancherà a quella in via San Sebastiano”. “Insisteremo – assicura il sindaco – perché siano punti di accesso alle diverse prestazioni sanitarie multispecialistiche per i pazienti non critici e punti di riferimento per i malati cronici. Deve essere concretamente un ponte tra i cittadini e gli ospedali, una casa della medicina territoriale che è così preziosa. Dentro una interazione con medici e infermieri e un legame tra il sociale e il sanitario. Un punto fondamentale è e sarà il personale, la formazione, e anche per questo il rapporto con l’Universita è cruciale”.
“Sarà un nuovo tipo di ospedale – ha detto Fontana – avanzato tecnologicamente, con collegamenti sul territorio e che consentirà di migliorare ulteriormente la sanità cremonese che sicuramente darà risposte efficienti ai nostri cittadini. Ancora una volta, Regione Lombardia dimostra con i fatti di voler affrontare e risolvere i problemi del territorio”.
“Quello che vedrà la luce – ha detto Moratti – è l’ospedale del futuro. Sarà basato sulla sostenibilità, sull’innovazione e sulla tecnologia. E soprattutto consentirà di monitorare il paziente sia in ospedale che in casa perché riteniamo che il suo benessere sia fondamentale. Questo progetto farà da capofila per altre realizzazioni”.
“Firmare questo Protocollo – ha aggiunto Giuseppe Rossi – è stato emozionante. Ringrazio il presidente Fontana e la vicepresidente Moratti per il lavoro fatto insieme. Il sindaco Galimberti, il presidente della Provincia, Mirko Signoroni e il direttore dell’ATS della Val Padana Salvatore Mannino, la firma del protocollo è l’esito di un grande lavoro di interazione fra istituzioni. Oggi è un giorno storico per Cremona e per la sanità di questo territorio”.
“L’ospedale – ha concluso – è un’infrastruttura pubblica vissuta dai cittadini e abitata dalla comunità ospedaliera. Uno dei nostri obiettivi primari è preservare queste relazioni, mantenendo intatta l’identità di un luogo che per Cremona e i suoi cittadini ha un valore assoluto. Per questo il nuovo ospedale verrà edificato accanto a quello attuale. Avrà 600 posti letto con stanze singole; sarà una struttura flessibile capace di adattarsi anche al contesto epidemiologico e in tal senso la Pandemia ci ha insegnato molto.