Politica

Nuovo ospedale, FI:
"Tappa verso il futuro"

La firma del protocollo d’intesa per la realizzazione del nuovo Ospedale e delle Case di Comunità a Cremona rappresenta “certamente una tappa impostante verso la costruzione della sanità del futuro”. A dirlo, in una nota congiunta, i consiglieri comunali di Forza Italia Carlo Malvezzi, Federico Fasani e Saverio Simi che aggiungono: “Ne eravamo convinti già nell’aprile del 2020 quando, nel pieno della pandemia, abbiamo coraggiosamente lanciato l’idea di dotare il nostro territorio di una nuova struttura sanitaria che potesse superare i limiti strutturali dell’attuale complesso, realizzato nel 1970, e accompagnare nel migliore dei modi l’evoluzione del sistema sanitario regionale”.

Un processo “complicato, che vede coinvolto in modo decisivo non solo il personale ospedaliero ma anche i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, chiamati a svolgere un ruolo preziosissimo e delicato nei confronti di una popolazione caratterizzata da un’età media sempre più elevata”.

“Da allora – sottolineano – abbiamo lavorato ogni giorno con i nostri referenti regionali per fare in modo che quell’intuizione, fondata su solide motivazioni tecniche, diventasse una realtà. L’appuntamento di oggi conferma il raggiungimento di questo primo importante obbiettivo di cui siamo fieri. Per questo vogliamo ringraziare sinceramente il Presidente della Regione Attilio Fontana, l’Assessore alla Sanità Letizia Moratti che, con la sua visita di qualche giorno fa all’Ospedale di Cremona, ha voluto anticipare la firma di questo importante documento, e che ha seguito questo percorso in ogni dettaglio, e tutti coloro, a partire dai tecnici e i direttori di ASST di Cremona e ATS Valpadana, che hanno dato il loro contributo al successo dell’iniziativa”.

I consiglieri quindi evidenziano: “Apprezziamo anche la conversione dei tanti scettici, a partire dai rappresentanti del Comune di Cremona, che con ironia e dileggio accolsero la nostra proposta e che oggi, a stanziamenti certi (330 milioni di euro), manifestano entusiasmo per il raggiungimento di un risultato che ritenevano velleitario, irrealizzabile e addirittura inutile. Ricordiamo chiaramente le dichiarazioni critiche del segretario provinciale e di diversi consiglieri comunali del Partito democratico e delle liste civiche collegate al Sindaco di Cremona. Siamo felici che anche loro oggi festeggino insieme a noi e ai tanti che hanno voluto guardare il futuro quando ancora la nostra popolazione si trovava nel pieno della pandemia”.

Cremona sarà “la prima città italiana a dotarsi di una nuova struttura ospedaliera concepita e progettata tenendo conto di quanto tragicamente accaduto nel mondo e nel nostro territorio, un LEA di secondo livello”. Si tratterà “di una struttura moderna, funzionale, flessibile, tecnologicamente all’avanguardia in grado assicurare un supporto diagnostico rapido ed efficace ai medici di medicina generale e di fornire prestazioni sanitarie anche a distanza, attraverso le diverse articolazioni della telemedicina”. Una struttura realizzata “con materiali innovativi, concepita per contenere i consumi energetici, collocata all’interno del parco che verrà ottenuto in seguito alla demolizione dell’attuale monoblocco, al temine della costruzione del nuovo ospedale”.

“La scelta – spiegano – di costruire il nuovo ospedale all’interno dell’area consentirà di garantire la continuità delle cure per i pazienti e di evitare nuovo consumo di suolo. Condividiamo anche la scelta di indire un concorso di progettazione per fare in modo che i professionisti nazionali e internazionali più capaci ed esperti possano tradurre al meglio gli indirizzi sanitari che emergeranno anche attraverso un percorso di condivisione che il protocollo prevede venga realizzato.
Il nuovo modello sanitario voluto da Regione Lombardia comprende anche il potenziamento della medicina territoriale tramite la realizzazione di un Ospedale di Comunità, a bassa intensità di cura, e di due nuove Case della Comunità che ospiteranno i medici di medicina generale, all’interno dei quali potrà avvenire quella integrazione tra servizi sanitari e sociali di cui tutti colgono la necessità. Queste strutture, che verranno finanziate con i fondi del PNNR, saranno comunque integrate da altri ambulatori medici per poter garantire la massima capillarità delle cure anche ai cittadini che risiedono nei centri abitati più piccoli”.

La Lombardia è “anche la prima regione italiana ad aver adeguato il proprio sistema sanitario alle nuove esigenze e bisogni, investendo su strutture a capitale umano, nella consapevolezza che i principali attori che meritano il massimo supporto sono proprio i medici (ospedalieri e di base) e tutto il personale sanitario, e che i protagonisti devono continuare ad essere i cittadini che hanno il diritto di accedere alle migliori cure, scegliendo liberamente il professionista o la struttura sanitaria che ritengono più adeguati al proprio bisogno, indipendentemente dal proprio reddito e dalla proprie condizioni economiche”. “Principi  -concludono – che rendono unica la Lombardia nel panorama nazionale e internazionale e che sono stati confermati anche nella riforma sanitaria approvata dal Consiglio Regionale il mese scorso”.

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