Cronaca

Un Natale differente rispetto al 2020
prima di un anno ricco di sfide

Che Natale sarà? Ce siamo chiesti a più riprese nelle ultime settimane, guardando con qualche preoccupazione al nuovo incremento dei contagi da Covid. Certamente la pandemia non è alle spalle, eppure questo Natale 2021 si presenta con caratteristiche molto diverse rispetto a quelle dello scorso anno. Un anno fa – ricordarlo non fa male – nei giorni delle feste non era possibile uscire dal proprio comune, mentre pranzi e cene con amici e parenti erano fortemente sconsigliati. Un anno fa – ricordarlo non fa male – dagli ospedali si levava nuovamente un grido di emergenza, mentre il vaccino appariva come una speranza vicina eppure ancora lontana. Con numerosi dubbi sull’efficacia e sulle nuove varianti del virus.

Proprio il 27 dicembre 2020 iniziarono le prime somministrazioni di vaccino al personale sanitario, che oggi ha ricevuto addirittura la terza dose. Il nostro paese e la nostra regione, smentendo numerosi luoghi comuni, si sono così dimostrati all’altezza della sfida organizzativa. Oggi più dell’80% dei cremonesi ha ricevuto due dosi di vaccino, più del 75% ha ricevuto almeno una dose se nella platea si considerano i bambini dai 5 anni ed il 17% della popolazione (un dato superiore a quello medio lombardo e nazionale) ha già ottenuto la terza dose.

E i risultati si vedono: le persone si contagiano ancora, ma nella grande maggioranza dei casi la malattia non presenta sintomi rilevanti e questo ci consente di continuare a vivere in modo (quasi) normale, senza limitare ulteriormente le attività economiche, sportive, artistiche e soprattutto la scuola. C’è ancora una fascia di popolazione incerta. Non parlo dei “no-vax” duri e puri che ogni giorno gridano al complotto: con queste persone, che spesso purtroppo si ammalano più gravemente e finiscono in ospedale, c’è poco da fare; difficilmente muteranno opinione, se non in casi rari. Parlo piuttosto di coloro che, legittimamente, temono eventuali controindicazioni inattese e a lungo termine. Fondamentale, da questo punto di vista, è una comunicazione trasparente e tempestiva, chiara ed univoca, che forse è mancata nei primi mesi delle somministrazioni dei vaccini. Ma nelle ultime settimane si è recuperato il terreno perduto anche su questo fronte e sono certamente lodevoli le iniziative che coinvolgono medici, pediatri, ricercatori ed esperti per rispondere alle domande dei cittadini.

La scienza non è (non lo è mai stata) la soluzione a tutti i mali dell’uomo. Ma è certamente l’unica soluzione possibile quando si tratta di combattere una nuova malattia, sconosciuta e terribile come il Covid. Di fronte ai risultati positivi della campagna vaccinale è necessario anche chiedersi: avevamo forse un’altra strada? C’erano altre possibilità per evitare una ripetizione dei drammatici giorni che la provincia di Cremona ha purtroppo ben conosciuto nel 2020?

Nasce da qui anche la speranza per l’anno nuovo. E’ possibile che i tempi più duri della pandemia siano definitivamente alle spalle e, nello stesso tempo, il nostro paese ha ora a disposizione risorse significative – oltre ad un governo forte e credibile – per fare tutto ciò che non è stato fatto negli anni precedenti.

Sfide importanti attendono anche Cremona (che deve riprendere il cammino interrotto di centro sempre più attrattivo sotto il profilo turistico, artistico e musicale ma anche come polo per l’innovazione e la ricerca nel settore agroalimentare), Crema (che nel 2022 vivrà una campagna elettorale che porterà all’elezione di un nuovo sindaco) ed il Casalasco (dove finalmente il raddoppio ferroviario della linea Mantova – Cremona – Codogno potrebbe iniziare a concretizzarsi).

Guido Lombardi

 

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