Politica

Galimberti su Lgh: "Tuteliamo i
cremonesi con le nostre scelte"

Foto Sessa

Si è tenuto in consiglio comunale il dibattito, l’ennesimo, sulla fusione Lgh-A2A. Sollecitato dall’interrogazione di Alessandro Zagni, Lega, datata 23 novembre in cui si chiedeva “quali provvedimenti si intendano prendere, e con quale tempistica, inerenti al procedimento di fusione per incorporazione di LGH in A2A, allo scopo di assicurare il rispetto della regolarità delle procedure e di tutelare il Comune, i suoi Amministratori, la Società partecipata e l’interesse di tutti i Cittadini”. L’interrogazione traeva spunto dal parere legale chiesto di recente dalla municipalizzata di Lodi, che ribadiva la necessità di una gara pubblica.

Il sindaco Galimberti ha diviso la sua risposta in 6 punti, ripercorrendo (scarica qui l’ allegato) una lunga vicenda di pareri legali e consultazioni a partire dalla situazione debitoria in cui si trovava Aem nel 2014, quando avrebbe dovuto rimborsare un debito di 110 milioni in tempi stretti. Una situazione che è stata poi confrontata con quella attuale, che vede la società di via Persico protagonista dei servizi pubblici locali.

 

Anche Lgh non se la passava bene all’epoca.  Si valutarono varie ipotesi, tra cui anche la quotazione in Borsa, ma la strada più ovvia apparve quella di una partnership con una società dalle spalle più larghe (per fare gare, economie di scala, progetti di sviluppo). La partnership ha tenuto conto delle prospettive di sviluppo industriali, ma anche della tempistica stringente: Lgh doveva rimborsare bond per 300 milioni, debito quest’ultimo chiuso dal nuovo socio di maggioranza  A2A.

Citata poi una nota della stessa Corte dei Conti del 27 luglio 2016 che archiviava le riserve mosse nei confronti nel Comune, dando il via libera all’operazione in base a precisi obiettivi di razionalizzazione della spesa pubblica, alla tutela della concorrenza e del mercato sulla base della legge di bilancio del 2014. In particolare la Corte dei conti invitava dal 1 gennaio 2015, alla razionalizzazione delle società possedute, all’eliminazione delle partecipazioni non più funzionali; alla soppressione di quelle con un solo amministratore; all’eliminazione di partecipazioni a società che svolgono attività analoghe anche mediante operazioni di fusione; all’aggregazione di società.

“Mi sembra – ha detto Galimberti citando uno dei tanti pareri legali richiesti – che ci fossero tutti i motivi per compiere le azioni che abbiamo compiuto a tutela del patrimonio e dello sviluppo del territorio, con azioni del tutto in linea con quanto richiesto dalla norma e, in questo modo, ci siamo in breve tempo
allineati alle richieste normative anche di efficienza economica e l’abbiamo fatto in coerenza con interpretazioni normative molto motivate e di prestigio”.

Sempre nel 2016 l’Autorità garante della concorrenza, prima del closing, autorizzava l’operazione di concentrazione prescrivendo alcune indicazioni a cui A2A e Lgh diedero  corso: “Nessun atto – ha detto ancora Galimberti – è mai stato impugnato dagli organi competenti, a nostra conoscenza.

Il sindaco ha da ultimo rivendicato il carattere politico delle scelte compiute: “Questa è stata ed è una operazione pensata, voluta, costruita nel totale rispetto delle procedure, sempre con lo scopo centrale ed evidentissimo di tutelare il Comune da un punto di vista economico e finanziario, la città e i cittadini, il loro patrimonio, le prospettive di sviluppo, di lavoro e di occupazione. E penso ci siamo riusciti e ci stiamo riuscendo”.

Nessun accenno, infine, all’invito a dimettersi giunto a Galimberti via facebook ieri dal sindaco di Rovato Belotti (esponente della Lega che si era opposto all’operazione Lgh A2A).

Giuliana Biagi

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