Caos green pass sui trasporti
Il gestore Arriva: "Poco chiarezza"
Controlli serrati e capillari sull’obbligo del Green pass (anche base) sul trasporto pubblico: questo ha richiesto il ministro dell’interno Luciana Lamorgese, ma chi dovrà farli e a partire da quando ancora esattamente non è chiaro. La questione sta passando attraverso le direttive e i piani operativi dei prefetti, in attesa di nuove indicazioni che dovrebbero arrivare nel fine settimana.
Quello che si chiedono le aziende del trasporto pubblico locale, è infatti che e cosa rientri esattamente nella categoria: treni, aerei, trasporto pubblico locale – quindi anche tram, bus, metro. “Come Arriva Italia – fanno sapere dall’azienda trasporti locali – siamo in attesa di avere delucidazioni più precise sull’applicabilità della norma. Diverse aziende del TPL, attraverso l’Associazione degli industriali, hanno chiesto un chiarimento in quanto non risulta chiaro se il controllo a bordo riguardi solo il trasporto ferroviario o anche il settore del TPL su gomma”.
Se dovesse riguardare anche gli autobus adibiti al trasporto locale, compresi quindi i bus degli studenti, dovrà poi essere chiarita la modalità in cui avverranno i controlli. Su entrambi punti i diversi tavoli prefettizi stanno interpretando la norma spesso in maniera differente. Al momento quindi si resta in attesa di ulteriori chiarimenti che dovrebbero arrivare nel fine settimana.
Il nodo adesso è proprio quello degli studenti. Saranno esentati dall’obbligo di green pass, che non devono comunque esibire a scuola? Oppure se non vaccinati dovranno viaggiare con un tampone negativo ogni 48 ore (con una spesa non indifferente per le famiglie)? Un tema molto dibattuto, da tutte le Prefetture, tanto che anche quella di Roma ha chiesto un parere direttamente al ministero della Salute che potrebbe esprimersi in breve tempo, forse con una deroga o comunque con un’appendice al riguardo al provvedimento in via di applicazione.
E c’è già chi sta facendo notare che il tema rischia di coinvolgere garanzie costituzionali come il diritto allo studio dato che, nei fatti, si tratta di rendere inaccessibile il mezzo con cui lo studente è solito recarsi a scuola, dove per gli studenti non vige l’obbligo di esibizione del green pass, senza fornire alternative.
Michela Cotelli