Cronaca

Revenge porn alla dottoressa: un
imputato chiede scusa e risarcisce

Si è aperta a Brescia l’udienza preliminare nei confronti di 10 persone coinvolte nell’inchiesta sulla diffusione di video hard con protagonista una dottoressa 40enne bresciana che nel febbraio del 2020 era stata licenziata da uno studio medico di Cremona per il quale lavorava. La donna era stata vittima di revenge porn e aveva presentato una denuncia dopo che alcuni video hot privati erano diventati pubblici e virali. Quei video erano arrivati anche in tutta Italia e addirittura in Sud America.

Dei dieci imputati, il più giovane, un 27enne, ha chiesto scusa e ha risarcito la vittima, uscendo così dal procedimento. Altri due, di cui la figlia di un ex allenatore di calcio di Serie A, hanno scelto il rito abbreviato, mentre gli altri, tra cui un ex calciatore del Brescia e l’ex amante della donna al quale lei aveva inviato i video hot poi diventati pubblici, non hanno chiesto riti alternativi.

Dopo che il caso era diventato di pubblico dominio, la vittima era stata licenziata per danno di immagine dallo studio di Cremona per il quale collaborava in quanto anche sul posto di lavoro arrivavano chiamate da uomini che volevano un appuntamento con la professionista. In un’intervista pubblicata su Vanity Fair, la donna aveva fatto sapere di aver fatto causa. “Non siamo arrivati in tribunale, mi hanno risarcita prima”.

“L’incubo”, aveva spiegato la 40enne, “è cominciato quando qualcuno, non so perché, ha fatto un collage di tre cose: i video, la mia foto profilo su Linkedin, dove indosso un cartellino medico con nome, cognome e numero di telefono, e una cartina di Google Maps che porta alla mia abitazione. In un attimo ho cominciato a ricevere mille chiamate da sconosciuti che volevano incontrarmi, gli uomini si appostavano fuori dalla mia porta, suonavano al campanello quando c’erano i miei figli in casa, si presentavano sul posto di lavoro”.

Gli imputati, otto uomini e due donne, tra cui anche un personal trainer, un buttafuori e un vigile urbano, avrebbero contribuito a far girare i video che la 40enne aveva registrato per mandarli ad un’unica persona.

L’udienza preliminare è stata aggiornata al 23 marzo.

Sara Pizzorni

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...