Economia

Buzzella: "Bene crescita produzione,
ma preoccupa il costo dell'energia"

“In questo mese e mezzo di mandato ho trovato sicuramente un ambiente favorevole alle imprese. I dati congiunturali e di tendenza sulla produzione mostrano un andamento decisamente positivo, ma quello che vorrei sottolineare sono i rischi e le nubi che vediamo all’orizzonte”. Ha iniziato così il suo intervnto, questa mattina in Regione, il presidente di Confindustria Lombardia Francesco Buzzella, commentando i dati di Unioncamere che mostrano una forte ripresa della produzione industriale. Con la provincia di Cremona che corre più della media lombarda registrando una variazione in positivo del 12,8% rispetto allo scorso anno per quanto riguarda l’industria, mentre nel comparto artigianle la ripresa è un po’ più lenta (+7,4%, un po’ sotto la media lombarda).

 

Alla presentazione dell’analisi di Unioncamere erano presenti tra gli altri il presidente Giandomenico Auricchio e il governatore Attilio Fontana.

Le nubi di cui ha parlato Buzella sono quelle legate ai costi dell’energia: “Stiamo vedendo – ha detto – nell’ultimo mese un incremento di quel fattore trasversale della competitività che è l’energia. Questo può mettere a rischio la solidità di questa ripresa. Il gas ha triplicato il suo valore e le imprese più energivore, che rappresentano circa il 20% della manifattura sono in forte sofferenza; l’energia rappresenta il 20 – 30% dei loro costi. Questo va poi a ripercuotersi sui prezzi per il consumatore”.

“La transizione energetica sicuramente è auspicabile, ma se gestita in modo disordinato può portare a effetti negativi in termini di prezzi dell’energia. La transizione deve essere sostenibile, come lo sviluppo.
La vera sfida è riuscire anche attraverso questa transizione a non perdere quello che abbiamo guadagnato negli ultimi decenni”, nei quali la qualità della vità, ha detto Buzzella, è enormemente migliorata, facendo l’esempio dell’allungamento dell’aspettiva di vita.

Il presidente di Confidustria ha quindi messo in guardia rispetto a “passi in avanti eccessivi, con obiettivi velleitari che alla fine portano a una estrema confusione relativamente a questa transizione. Tutto ciò può generare effetti quali quelli che vediamo sui prezzi dell’energia”.

Serve quindi un intervento delle istituzioni che in qualche modo possono agire sui prezzi, e il primo interlocutore è l’Europa.
“Non dormiamo sugli allori –  aggiunge Buzzella in una nota stampa –  ragioniamo in prospettiva per avere ancora dati positivi.  E’ fondamentale agire in fretta per fermare questi rincari, e bisogna farlo agendo a livello nazionale e in Europa (come Confindustria abbiamo sottoposto a Governo e Parlamento numerose proposte di misure di intervento), per evitare una nuova crisi e soprattutto evitare che siano le imprese a pagare il prezzo della transizione in questa fase in cui, come emerso anche dell’analisi odierna sugli investimenti green, il 43% delle aziende ha in corso investimenti in tecnologie per la gestione circolare dell’energia, dei trasporti o dei rifiuti.

“Il contesto nel quale operano le imprese lombarde, grazie alla costante collaborazione pubblico-privato, agevola sicuramente il percorso di transizione delle aziende.
E’ corretto che a tutti venga dato il giusto sostegno altrimenti il rischio è quello di una massiccia delocalizzazione di molte produzioni in quelle aree del mondo libere da vincoli green.
Le imprese lombarde hanno intrapreso convintamente la strada della sostenibilità ambientale, sociale ed economica, ma chiedono una transizione più pragmatica e meno ideologica”. gbiagi

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