Redditi di cittadinanza illeciti
Tanase non parla con il giudice
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Davanti al giudice, si è avvalso della facoltà di non rispondere, Catalin Tanase, il 27enne romeno residente a Cremona arrestato nell’operazione della guardia di finanza sui redditi di cittadinanza illeciti. Tanase è finito in carcere insieme a Claudiu Tanasie, 42 anni, connazionale anch’egli residente a Cremona e ad altre 14 persone facenti parti, secondo l’accusa, di una associazione a delinquere finalizzata alle estorsioni ed al conseguimento di erogazioni pubbliche capeggiata da cittadini rumeni che favorivano l’erogazione del reddito a persone prive dei requisiti di legge. Con minacce ed intimidazioni, obbligavano inoltre alcuni titolari di Centri di assistenza fiscale ad inoltrare le domande fasulle. 9.000 le persone denunciate. Gli inquirenti, scoprendo una rete di illeciti contro il reddito di cittadinanza, sono riusciti ad evitare una truffa per 60 milioni di euro.
Catalin Tanase, che insieme alla moglie lavora nel commercio di autoveicoli, è assistito dagli avvocati Luca Curatti e Massimiliano Corbari, che per il loro cliente hanno chiesto gli arresti domiciliari. “Le indagini sono delicate”, hanno spiegato i due legali circa la decisione di non far parlare il loro assistito. “In questa fase non si poteva affrontare un interrogatorio e rendere dichiarazioni”, hanno sostenuto i difensori. “Al momento”, hanno concluso, “si ravvisa la totale estraneità ai fatti del nostro cliente”.
Nulli, secondo i legali, i rapporti tra Catalin e l’altro arrestato Claudiu Tanasie (anche quest’ultimo si è avvalso della facoltà di non rispondere). “I due non si frequentavano e tantomeno erano in contatto per la vicenda in questione”.
L’associazione a delinquere, secondo gli investigatori, era finalizzata a far ottenere a circa 6.200 soggetti il beneficio del reddito di cittadinanza pur non avendone diritto, in quanto mai residenti in Italia, o comunque non residenti in Italia da almeno 10 anni, causando un danno all’erario quantificato in 14 milioni e 600 mila euro, pari al reddito indebitamente percepito fino alla revoca.
Sara Pizzorni