Economia

Accordo su prezzo del latte,
la soddisfazione degli allevatori

Con 683 allevamenti di bovini da latte, su 4768 in regione Lombardia, Cremona è una delle capitali della produzione lattiera a livello nazionale. Ieri il Tavolo del latte raggiunto un accordo tra le parti della filiera lattiero-casearia, un passaggio salutato con favore dalle associazioni di categoria e dall’assessore regionale all’agricoltura Fabio Rolfi: “Una buona notizia. L’accordo firmato da tutti gli attori certifica come sia necessario ragionare di filiera per valorizzare il lavoro e i prodotti italiani sul mercato. Ancora una volta la Lombardia viene presa come riferimento. Del resto, produciamo il 45% del latte italiano, sono più di 500 mila le vacche allevate. Ora la strada è quella della valorizzazione effettiva del latte italiano, sia per il consumo diretto che per la trasformazione, puntando sulla qualità e sulla sicurezza alimentare del nostro latte”.
“Ha prevalso – ha sottolineato Rolfi – il buonsenso. L’aumento del costo delle materie prime è diventato un fattore estremamente impattante in questo periodo. Così come le quotazioni di latte spot hanno reso inaccettabile il livello di prezzo ad oggi contrattualizzato dall’industria”. “Era giusto che il Governo intervenisse per dare respiro a un settore strategico, che esprime alcune tra le più importanti Dop italiane nel mondo e che vale per l’Italia oltre 16 miliardi di euro, promuovendo un approccio di filiera e di condivisione del valore in questa fase di emergenza che anche come regione abbiamo condiviso e sostenuto”.
“Il premio di emergenza per le stalle è un passo importante, ma non basta nel lungo periodo. A livello strutturale la Lombardia sta lavorando in sede tecnica con l’obiettivo di definire gli indici del costo di produzione del latte lombardo, vale a dire una soglia sotto la quale non si potrà scendere nella remunerazione del latte, anche alla luce della direttiva sulle pratiche sleali, nelle compravendite agroalimentari grazie alla quale non potrà più esserci un prodotto agricolo pagato meno del suo costo”. “È un lavoro – ha concluso l’assessore Rolfi – che termineremo entro fine anno e potrà essere anche un riferimento nazionale”.

ETTORE PRANDINI (COLDIRETTI) – “Con un atto di responsabilità è stata accolta la nostra proposta per un aumento di 4 centesimi del prezzo minimo del latte alla stalla in Italia senza che vi sia un impatto sui consumatori”, afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel commentare il protocollo di intesa firmato dall’intera filiera al tavolo convocato dal Ministro Stefano Patuanelli sulla crisi del latte. La Grande Distribuzione Organizzata – riferisce la Coldiretti – si impegna affinché si valorizzino e si incrementino gli acquisti di latte UHT, latte fresco, yogurt e formaggi freschi e semi stagionati, tutti da latte 100% italiano, riconoscendo un premio “emergenza stalle” che viene corrisposto alle imprese della trasformazione per poi essere riversato integralmente agli allevatori, sino a 3 centesimi di euro al litro di latte, con una soglia massima di intervento pari a 0,41 euro/litro alla stalla, iva esclusa.

Le imprese di trasformazione, incluse le cooperative, a loro volta – continua la Coldiretti – si impegnano a riconoscere agli allevatori loro fornitori un premio aggiuntivo sino a 1 centesimo di euro al litro di latte entro la soglia fissata di 0,41 euro/litro alla stalla, iva esclusa, per il latte conferito nella Regione Lombardia, parametro dal quale determinare le soglie di premio indicativo per il latte conferito nelle altre Regioni d’Italia, senza tuttavia andare a diminuire quanto già riconosciuto.

Nella contrattualistica che regola i rapporti commerciali in essere sarà inserita la dicitura “Premio emergenza stalle”. All’applicazione dell’intesa – sottolinea Coldiretti – deve seguire una adeguata campagna pubblica di sensibilizzazione sul consumo di latte e derivati e per la valorizzazione di una produzione nazionale che supera le 12 milioni di tonnellate all’anno.

“L’intesa salva le 26mila stalle da latte italiane rimaste che nel corso dell’anno 2021 hanno dovuto subire un rilevante aumento dei costi di produzione con un rincaro delle materie prime e dei foraggi” sostiene il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “si tratta di valorizzare la filiera lattiero-casearia nazionale, che esprime un valore di oltre 16 miliardi di euro, occupa oltre 100.000 persone e genera una ricaduta positiva in termini di reddito e coesione sociale nel Paese e che rappresenta, di fatto, il primo comparto dell’agroalimentare nazionale”.

La stabilità della rete zootecnica italiana ha un’importanza che non riguarda solo l’economia nazionale ma ha una rilevanza sociale e ambientale perché quando una stalla chiude – conclude Prandini – si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiate.

RICCARDO CROTTI (CONFAGRICOLTURA) – Il presidente di Confagricoltura Lombardia, Riccardo Crotti, si ritiene soddisfatto per l’intesa raggiunta sul prezzo del litro di latte alla stalla e conferma la propria disponibilità al confronto continuo con il Ministero, la Regione e la parte industriale per il bene di tutto il settore primario.

“Ritengo che il lavoro di Confagricoltura sia stato premiato – ha esordito Crotti, al termine del Tavolo del latte – e finalmente il lavoro quotidiano dei nostri allevatori vedrà un riconoscimento economico non inferiore a 41 centesimi al litro in un contesto economico ancora complesso a causa della pandemia. Inoltre, grazie ad un rapporto continuo e propositivo da parte di tutti i soggetti in causa è stato confermato un Tavolo permanente sulle questioni più delicate del comparto lattiero-caseario al Ministero delle Politiche agricole e ciò – ha aggiunto il presidente Riccardo Crotti – è un elemento fondamentale per risolvere le difficoltà del settore”.

Infine, le parole del presidente di Confagricoltura Lombardia sono rivolte al contenuto dell’intesa raggiunta: “Questo accordo di filiera – ha affermato – è frutto di un lungo lavoro e abbiamo condiviso la soluzione del “premio” pari a 3 centesimI al litro ed un altro eventuale centesimo sarà integrato dall’industria di trasformazione o dalle cooperative nel caso in cui non si raggiunga la soglia minima di 41 centesimi. Finalmente – ha concluso Crotti – i nostri allevatori recupereranno le risorse perse in questi lunghi mesi in un contesto più equilibrato all’interno della filiera e restiamo disponibili ad un confronto continuo con il Ministero e la Regione Lombardia per il bene di tutto il settore primario”.

 

 

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