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Fasulìn, gli studenti dell'Einaudi
all'opera nelle casematte

Via le zucche mostruose, i fantasmi e le altre diavolerie anglosassoni. Esiste da tempi immemorabili un Halloween nostrano, cremonese e contadino, con un suo piatto tipico, i fasulìn de l’öc con le cùdeghe, ovvero i fagioli con l’occhio (una varietà molto antica e non meno gustosa di quelle oggi più diffuse) con le cotenne, visto che il maiale veniva ucciso proprio in Ottobre, per disporre di scorte di carne, nei mesi invernali.

Nelle trattorie di campagna, con le prime nebbie, gli osti hanno sempre offerto gratuitamente agli avventori una scodella di questa specialità, tra Ognissanti e la ricorrenza dei defunti. Alle casematte di Pizzighettone, il Gruppo Volontari Mura fa rivivere annualmente la tradizione, in collaborazione con gli studenti dell’IIS “L. Einaudi”, con un menu arricchito di salumi, formaggi, mostarda, polenta e dolci.

Grazie alla disponibilità della preside Nicoletta Ferrari, il sodalizio si è rinnovato anche quest’anno, in occasione della ventinovesima edizione, caratterizzata da precauzioni anti Covid, prenotazioni online con cauzione e green pass.

Sessanta ragazzi del corso alberghiero (delle classi terza, quarta e quinta) si sono avvicendati nell’ultimo weekend e torneranno a farlo nel prossimo, sino al 7 Novembre. I turni di quattro ore ciascuno coprono l’intera no stop, che inizia alle ore 10 per terminare alle 22, da venerdì a domenica, cui si è aggiunto il lunedì di Tutti i Santi. Gli alunni devono porzionare le vivande, servire ai tavoli e riassettare gli spazi a fine giornata. Nel ruolo di supervisori, i prof di sala Dionisi Zoppi e Michele Franzini, referente e veterano della manifestazione, che commenta così: “Gli alunni sono entusiasti di potersi rimettere in gioco dopo aver sofferto le restrizioni del 2020. Si stanno dimostrando capaci, precisi ed in grado di soddisfare le molteplici esigenze degli organizzatori. Da parte nostra c’era grande attesa per la ripartenza di eventi, in cui la convivialità si abbina alla valorizzazione delle usanze e dei sapori del Territorio. Essi infatti consentono di far misurare gli allievi con aspetti significativi della loro futura professione e di avvicinarli all’enogastronomia locale”.

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