Cronaca

Carcere, la denuncia del sindacato:
"Mancano sistemi di automazione"

Una mancanza assoluta di automazione nei sistemi di apertura e chiusura del carcere di Cremona: questo quanto denuncia il sindacato di polizia penitenziaria Sinappe, che come ogni anno si è recato in visita in via ca’ del Ferro, nell’ambito di un tour di controlli nei penitenziari italiani.

Come spiega Antonio Fellone, segretario generale aggiunto Sinappe, che ha visitato il nostro carcere insieme a una delegazione con a capo il vice segretario regionale Vincenzo Martucci, si fotografano gravi difficoltà dovute a grave carenza di organico sempre più marcato: “mancano tra le quaranta e le cinquanta unità di personale, a fronte di circa 400 detenuti presenti in struttura” evidenzia. “Sarebbero previsti 3 funzionari ma ce n’è uno solo. Non parliamo degli ispettori, che sono 8 contro i 26 previsti, e i sovrintendenti, 5 contro 31”.

Altro problema non da poco è la tipologia di detenuti: il 75% sono stranieri, e quindi di difficile gestione, e moltissimi hanno problemi psichiatrici. Per il sindacato, questo rende la struttura particolarmente complessa da gestire: “Sembra che Cremona sia considerata un carcere-discarica, dove vengono inviati i detenuti più problematici delle altre carceri lombarde e del nord Italia. Solo l’attenzione e il grande lavorod ella polizia penitenziaria consente di evitare il peggio, soprattutto considerando il gran numero di episodi di autolesionismo che si verificano in via Ca’ del Ferro” evidenzia Fellone. “Ma noi siamo poliziotti, non medici”.

“Chiediamo a gran voce che venga al più presto ripristinata l’automazione: il nuovo padiglione aveva questo tipo di tecnologia, ma si è guastata poco dopo l’apertura, e non è più stata ripristinata” continua il sindacalista. “Inoltre chiederemo ai vertici dell’amministrazione centrale l’assegnazione di nuovo personale, perché è vero che qualcuno è arrivato, ma molti poi se ne vanno, e il saldo resta negativo. Infine segnaliamo che da anni non c’è stabilità per quanto riguarda la il comandante di reparto, che continua a cambiare” conclude.

Laura Bosio

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