Derubato e aggredito nella sua
casa, arrestati i rapinatori
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Sono stati arrestati dagli agenti della squadra Mobile di Cremona guidati dal dirigente Marco Masia gli autori della rapina messa a segno lo scorso 10 settembre in un appartamento di via Giordano. Si tratta di un marocchino di 35 anni e di un italiano di 37, libero professionista nel campo dell’edilizia, originario di Lodi ma residente da tempo a Cremona. L’italiano, incensurato, è agli arresti domiciliari, mentre il marocchino, con diversi precedenti per rissa, sequestro di persona e violenza sessuale, è in carcere. Entrambi sono accusati di rapina aggravata in abitazione. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa martedì dal gip su richiesta del pm Francesco Messina.
Alle 4 del mattino il residente, un egiziano, aveva aperto la porta ai due uomini dopo che uno di questi, il marocchino, gli aveva bussato alla finestra dell’appartamento al piano terra. Una volta in casa il 35enne lo aveva aggredito, puntandogli un coltello, mentre il complice italiano era corso in camera da letto e gli aveva rubato il portafogli contenente 1700 euro in contanti, denaro ricavato dalla recente vendita dell’appartamento. Particolare di cui i due rapinatori, a detta della vittima, erano venuti a conoscenza. Il padrone di casa aveva tentato di opporsi, ma era stato malmenato. Era stato raggiunto da un colpo in pieno volto sferrato dal marocchino con il calcio di una pistola scacciacani che gli aveva fatto saltare due denti. L’arma era stata ritrovata in casa dalla polizia.
Agli agenti, la vittima, medicata in ospedale con sette giorni di prognosi, aveva raccontato di non conoscere la coppia di aggressori, unico particolare non vero del suo racconto. Gli investigatori sono arrivati ai responsabili grazie alle analisi delle telecamere della via e ai tabulati telefonici. La notizia della rapina era stata diffusa ai media, tanto che una volta rintracciato, l’italiano aveva raccontato alla polizia di aver letto la notizia, fornendo una versione diversa di quella della vittima, e cioè di un credito di 50 euro che l’egiziano avrebbe avuto mesi addietro nei suoi confronti. Non credibile, per gli investigatori.
Sara Pizzorni