Politica

Scioglimento Forza Nuova,
non discusse mozioni Pd e M5s

(foto di repertorio)

Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia in Consiglio regionale della Lombardia hanno votato contro la trattazione d’urgenza della mozione del Pd che chiedeva lo scioglimento di Forza Nuova, negando che venisse discussa. La mozione era stata presentata dal Pd dopo i fatti di Roma, con l’incursione alla sede nazionale della CGIL. Poco prima l’Aula aveva impedito anche la trattazione della mozione sullo stesso tema del M5S.

“La Regione Lombardia avrebbe dovuto dare un segnale – dichiara il consigliere PD Matteo Piloni -, soprattutto in un momento in cui l’estremismo di matrice fascista si dimostra nuovamente pericoloso, tanto da spingere lo stesso Governo a valutare lo scioglimento delle formazioni che si rifanno al fascismo e al nazismo, come Forza Nuova. Non è successo, perché ci sono forze nel centrodestra che rimangono ambigue nei confronti di questi estremisti. Noi comunque non demordiamo e ripresenteremo la mozione in via ordinaria nella prima seduta destinata agli atti istruttori e di indirizzo, il 2 di novembre. Allora il centrodestra non potrà rifiutare la discussione e dovrà per forza dare un voto a viso aperto, dimostrando da che parte sta”.

“Abbiamo chiesto – dice il capogruppo pentastellato Massimo De Rosa – alla politica di fare chiarezza, di dare un segnale ai cittadini e di mettere in atto tutte le iniziative volte a contrastare infiltrazioni di matrice fascista all’interno delle Istituzioni Regionali. Doveva esserci un sussulto di orgoglio da parte del Consiglio Regionale. Hanno scelto il silenzio. La maggioranza non ha voluto nemmeno discutere la nostra mozione che chiedeva una presa di posizione netta contro gli estremismi. Non voler nemmeno discutere l’argomento lascia purtroppo spazio al dubbio, che per il centrodestra quanto mostrato dalle recenti inchieste giornalistiche non rappresenti un problema. Evitare oggi una discussione, espone al rischio che un domani i medesimi argomenti possano nuovamente imporsi all’ordine del giorno”.

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