Nella morsa dello smog:
tornano a crescere le Pm10
Ma negli ultimi vent'anni la situazione nel nord Italia è migliorata
Le prime foschie, che si stendono pigre sulle nostre campagne, sconfinando anche in città, sono il campanello d’allarme per l’innalzamento dei livelli di smog nell’aria: proprio nella giornata di ieri, lunedì 18 ottobre, le colonnine di Cremona hanno fatto registrare mediamente 57 microgrami per metro cubo, con il valore più alto in via Fatebenefratelli (58) e il più basso in piazza Cadorna (52).
Il problema, in ogni caso, riguarda tutto il territorio: a Crema i valori registrati nella centralina di riferimento sono di 54 µg/m³, mentre a Soresina sono addirittura 64. Ma se Cremona è da tempo indicata da Legambiente come una delle città con la situazione peggiore dal punto di vista della qualità dell’aria, soprattutto a causa della sua conformazione territoriale, a conca, che porta ad un accumulo di inquinanti, anche provenienti da altri capoluoghi, è anche vero che negli ultimi vent’anni la situazione nel Nord Italia è stata in continuo miglioramento.
Come emerso in un articolo pubblicato domenica sul Sole 24Ore, infatti, negli anni la situazione sta cambiando, con un netto miglioramento della situazione attuale rispetto a vent’anni fa. Una magra consolazione, considerando, dice sempre il quotidiano, che l’aria padana resta tra le peggiori d’Italia. Tra i principali imputati, proprio l’avvallamento, ma anche l’agricoltura, i caminetti, le stufe a pellet e a legna, il trasporto merci. Sono invece in secondo piano le fonti di inquinamento cui in molti attribuiscono un peso maggiore, ossia le auto e gli impianti di riscaldamento a gas o gasolio.
Nello specifico, le polveri sottili vengono dal trasporto per il 21%, da agricoltura e allevamenti per il 19%, dal riscaldamento a legna o pellet con camini e stufe per il 17%. A far calare i livelli di smog, è stato invece un cambio di mentalità soprattutto da parte dell’industria, che produce sempre più spesso in modo sostenibile e attento alla qualità ambientale, con uno sguardo verso la decarbonizzazione. Per questo, evidenzia ancora il Sole 24Ore, è il momento di guardare ai problemi che finora non sono stati affrontati, sul fronte agricolo e della mobilità. A questo proposito, gli assessori del Nord Italia stanno protestando in quanto nel Pnrr non viene considerato il progetto interregionale per l’aria, che prevede interventi per 2 miliardi di euro.
Laura Bosio