Cronaca

Tar sulla caccia, Rolfi:
"Agito correttamente"

“La sentenza del Tar depositata questa mattina – lunedì 11 ottobre – certifica come sotto il profilo tecnico e amministrativo la Regione Lombardia abbia agito in maniera corretta, rispettando procedure e tempi previsti. Tutti coloro che ci accusavano di essere i colpevoli dello stop alla caccia a causa del mancato deposito del calendario entro il 15 giugno sono stati smentiti nero su bianco dal tribunale. Attendiamo le scuse, come giusto che sia. Nel merito vengono censurati alcuni passaggi del calendario dove ci siamo discostati da Ispra apportando motivazioni che per il Tar non sono sufficienti in particolare modo su pavoncella, tortora e moretta, come peraltro sta succedendo in tutta Italia. Da parte della Regione non c’è stato alcun ritardo”. Lo ha detto l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi riguardo la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia sul ricorso della Lac in merito agli atti della Regione Lombardia attinenti alla stagione di caccia 2021/2022.

“Sebbene il documento di Ispra non sia per norma vincolante, -aggiunge l’assessore – notiamo come nei fatti sia preso in seria considerazione nei tribunali in quanto “reso da un ente di rilievo nazionale”. Questo è un elemento con il quale bisogna fare i conti anche in futuro”.
“Rimane il rammarico – prosegue – per una sospensione dell’attività venatoria, limitata grazie al calendario ponte varato dalla Giunta regionale che ha riaperto la caccia per tutti dal 2 ottobre anziché dal 7, che alla luce della sentenza, la quale respinge gran parte delle rimostranze della Lac, appare eccessiva e fuori luogo e poteva essere limitata solo alle parti contestate”. “La caccia pertanto – conclude l’assessore – continua con calendario originale con la sospensione del prelievo per le sole specie contestate e la conclusione della caccia di cesena e tordo sassello il 20/1”.

Di segno opposto, invece, la reazione di Simone Verni (M5S): “La sentenza mette nero su bianco, certificandoli, gli errori della Giunta. Errori dei quali chiederemo conto in Aula direttamente all’Assessore Rolfi, per il cui operato abbiamo pronta una mozione di censura. In pratica un atto di sfiducia che ci aspettiamo sia sostenuto anche dai Consiglieri Regionali della maggioranza, i quali non hanno usato mezze misure nel criticare l’operato del loro Assessore”.

Il movimento 5 stelle riassume quindi i passaggi chiave della sentenza: “Regione Lombardia, attraverso il proprio provvedimento amministrativo, ha di fatto ignorato il parere di Ispra, senza fornire le motivazioni congrue a sostenere una tale decisione”. Secondo Verni la sentenza del TAR “ha sancito il divieto di caccia alle specie tortora, pavoncella e moretta per sfavorevole stato di conservazione, il posticipo dell’apertura della caccia all’allodola al 1 ottobre, la chiusura anticipata della caccia al 20 gennaio (anziché 31 gennaio) alle specie tordo bottaccio, cesena e tordo sassello, l’anticipazione della chiusura della caccia alla quaglia al 31 ottobre. Per la caccia alla coturnice “che è bloccata, ha statuito che vadano preliminarmente adottate misure di gestione secondo un piano di gestione nazionale”.

“Un riconoscimento – ha concluso – al grande lavoro portato avanti dalle associazioni ambientaliste, in particolare da LAC, che ancora una volta hanno dimostrato una competenza sull’argomento superiore rispetto a coloro i quali sul tema avrebbero il compito di legiferare. La Lega la smetta di andare a caccia di voti e di inseguire minoranze pericolose a solo danno dell’ambiente e del patrimonio erariale, ossia di tutti i cittadini”.

Per Matteo Piloni, consigliere regionale Pd, si tratta di una “ennesima sconfitta della Regione e a farne le spese saranno proprio i cacciatori”. “Il provvedimento- attacca il consigliere regionale del Pd Matteo Piloni- è conseguenza delle continue forzature imposte dalla Lega con il suo assessore Rolfi e dell’incapacità della Regione di normare in modo corretto l’attività venatoria in Lombardia. Forzature che oltre a mettere in serio pericolo la fauna selvatica e tutto il nostro sistema ambientale, ora si ritorcono contro coloro che esercitano la caccia in modo responsabile e rispettoso della conservazione delle specie animali che sono più a rischio”.
“Non posso che applaudire a una sentenza- conclude Piloni- che mette dei punti fermi nella tutela della fauna e ferma le gravissime forzature della Regione”.

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