Economia

Con "Bilanci d'Acciaio" si chiude
la tre giorni di Made in Steel

Nell'ambito dell'appuntamento organizzato da Siderweb si è svolta anche l'assemblea di Federacciai, con la partecipazione del Cavalier Arvedi. L'imprenditore cremonese, a margine dell'incontro, ha fatto il punto sull'operazione Terni e sui prezzi dell'energia, senza escludere la quotazione in Borsa del gruppo

Cala il sipario, oggi pomeriggio alla fiera di Milano, sulla rassegna dell’acciaio Made in Steel. Una manifestazione che si è svolta in circa 10mila metri quadrati di superficie espositiva, con la presenza di 185 aziende (il 12% delle quali provenienti dall’estero), con oltre 30 relatori internazionali presenti ai convegni.

Nella giornata di chiusura è stato presentato lo studio “Bilanci d’Acciaio 2021”, ideato e realizzato dall’ufficio studi del portale specializzato Siderweb. “Per la prima volta – ha detto Emanuele Morandi, presidente di Made in Steel e Siderweb – abbiamo portato l’evento di Bilanci d’Acciaio all’interno di Made in Steel: il contenuto, cioè i numeri dei bilanci e quello che riescono a raccontarci, si sposa perfettamente con il contenitore”.

L’analisi ha valutato la situazione reddituale, finanziaria e patrimoniale delle imprese siderurgiche nazionali, attraverso la lettura e l’interpretazione dei dati dei bilanci di esercizio 2020. Come evidenzia una nota di Siderweb, il fatturato totale delle imprese della parte alta della filiera siderurgica lo scorso anno è stato di 47,32 miliardi di euro (-15,5% rispetto al 2019). L’Ebitda è stato di 2,568 miliardi di euro (-15%). L’utile ha fatto registrare un incremento del 22,4% grazie al minor peso delle imposte rispetto al 2019 (696mila euro contro 395 milioni), arrivando a 330,035 milioni di euro. Il risultato, però, è stato nettamente inferiore a quello del 2018 (-79%).  Per quanto riguarda invece il 2021, “le imprese, anche grazie al sostegno europeo e italiano, stanno rispondendo in modo deciso alla pandemia – ha detto nel corso della presentazione Claudio Teodori, professore dell’Università degli Studi di Brescia -, con uno sguardo attento all’evoluzione dell’economia che, in Italia, dopo tanti anni di retroguardia, sta assumendo valori adeguati anche se insufficienti per colmare anche una piccola parte del ritardo accumulato negli ultimi 20 anni”.

Per quanto riguarda il presente ed il prossimo futuro, secondo un questionario realizzato tra gli operatori del settore, nel 2021 il 90% prevede un aumento del fatturato. Quanto ai costi delle materie prime, il 42% delle imprese dichiara incrementi sopra il 50%.

Su questo tema, mercoledì a margine dell’assemblea di Federacciai, sempre a Made in Steel, è intervenuto anche il cavalier Giovanni Arvedi. “Per quanto riguarda l’aumento dei prezzi, che mi auguro sia temporaneo – ha detto Arvedi – credo che si parli di un impatto forte sulla produzione. Non voglio esprimere un giudizio per conto degli altri e per quello che succederà nei bilanci degli altri – ha aggiunto -: in casa nostra la produzione avrà un contraccolpo non da poco, perché il 50% del costo di produzione è rappresentato dall’energia, mentre per la trasformazione l’incidenza è nell’ordine del 10%. Sono anni – ha aggiunto ancora l’imprenditore cremonese – che chiedo che il prezzo dell’energia sia più europeo, quindi che ci sia un mercato dell’energia europeo e un prezzo dell’energia accessibile a tutti i 29 Paesi europei in egual misura: non è così, perché il costo dell’energia del nostro Paese è quasi il doppio di quello che pagano gli altri Paesi del nord Europa e questa è una situazione iniqua e una concorrenza sleale”.

Arvedi è intervenuto anche sull’operazione Acciai Speciali Terni, il cui esito è stato oggetto di elogi, sempre nel corso dell’assemblea dell’associazione degli industriali dell’acciaio aderente a Confindustria, da parte del presidente Alessandro Banzato. In gennaio o comunque nei primi mesi del 2022 dovrebbe arrivare il closing. come evidenziato martedì anche Mario Caldonazzo, ceo del gruppo siderurgico e vicepresidente di Eurofer, l’associazione che riunisce i produttori siderurgici europei. “Terni – ha affermato il Cavaliere – dovrà diventare un’azienda altamente competitiva e dovrà esserlo anche a livello internazionale”.

Infine, ancora a margine dell’assemblea di Federacciai, come riporta un articolo del Sole 24 Ore, il presidente Arvedi non ha escluso per il futuro del gruppo la quotazione a Piazza Affari, evidenziando come “la siderurgia deve ormai misurarsi con una dimensione globale”. Una prospettiva che appare molto concreta, soprattutto dopo la chiusura dell’operazione Terni con la conseguente ulteriore crescita dimensionale del gruppo. g.lo.

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