Economia

"Armati di scienza", il nuovo libro
della senatrice Elena Cattaneo

Un testo che insegna ad utilizzare il metodo scientifico per difendersi dalle sempre più frequenti notizie false o tendenziose

Elena Cattaneo

Uno degli appuntamenti più coinvolgenti del “Food & Science Festival” di Mantova è stata la presentazione del libro “Armati di scienza” da parte dell’autrice, Elena Cattaneo, ricercatrice e senatrice a vita. Un libro che in tempi di piena “infodemia” insegna un metodo: quello scientifico, con il quale ci si deve difendere dalla mole impressionante di notizie distorte, false o tendenziose che imperano e che sono particolarmente dannose nel settore agroalimentare, quello a cui teniamo di più, in quanto strettamente connesso ai consumi, alla salute dei consumatori e all’economia delle imprese agricole.

Nel suo testo, Cattaneo si spinge ad alcuni esempi chiarissimi nel comparto agricolo di cui si è appassionata negli ultimi anni. Comparto che difende e che ritiene essere uno dei principali in cui la connessione tra scienza, ricerca applicata e pratica quotidiana degli addetti siano strettamente legati a beneficio del consumatore finale. Alcuni passaggi nel volume riportano alla realtà e alla semplicità delle cose e al ruolo della ricerca evidenziando sproloqui senza alcun fondamento scientifico ma frutto solo di mode, convincimenti e stili di vita personali, per non parlare di smaccati tentativi commerciali per influenzare il consumatore.

Con l’approccio del metodo scientifico, la scienziata difende i demonizzati “Ogm”, perché funzionali ad una agricoltura più sana e sicura, in grado di fare risparmiare agrofarmaci e migliorare le prestazioni produttive e sanitarie delle colture agrarie.  Critica le decisioni politiche che li hanno messi al bando ma consentendo il ricorso all’importazione di materie prime di loro derivazione. Sul tema del miglioramento genetico, cita le due scienziate premi Nobel: Charpentier e Doudna che hanno consentito l’applicazione di tecniche innovative, Crispr/Cas 19, non ancora del tutto sdoganate nella pratica quotidiana. Così come ritiene indispensabile la necessità di continuare le sperimentazioni in vivo su animali al fine di trarne vantaggi per la ricerca in umana. Per uscire da questi equivoci è indispensabile realizzare una nuova alleanza tra scienza e società che era scontata. Anzi, il problema non si poneva nemmeno.

Scrive la Cattaneo, nel parlare dell’allungamento delle prospettive di vita: “Le buone condizioni igienico sanitarie dei paesi occidentali permettono di guadagnare ogni anno tre mesi in più di vita media: due terzi dei bambini nati in questi anni potrebbero arrivare a cento anni o addirittura superarli. Per rendere possibile tutto ciò le generazioni precedenti hanno dovuto impegnarsi, bonificare paludi, rendere potabili le acque, costruire ospedali, scuole e case con ambienti sani e riscaldati, nonché avviare la “rivoluzione verde” in agricoltura, oggi irragionevolmente criticata, che ha permesso di sfamare una popolazione sempre più vasta. Il processo non è terminato, e ogni giorno si continua a lavorare per il futuro. Un futuro che può essere luminoso ma contenere anche coni d’ombra, come l’evoluzione della pandemia da Covid – 19 ha dimostrato”.

Un capitolo del libro è completamente dedicato all’agricoltura, ai suoi problemi e alle contraddizioni che sta vivendo il settore primario nel nostro paese. Di fatto è una difesa, ben documentata e articolata dell’agricoltura, in particolare di quella integrata e professionale che si deve preoccupare di fornire buoni alimenti a basso costo per soddisfare il bisogno primario dell’uomo: nutrirsi. La moderna agricoltura, per conseguire l’obiettivo, non può non avvalersi di mezzi tecnici di produzione all’avanguardia e delle nuove tecniche di miglioramento genetico sperimentate ed approvate dalla scienza, così come di altri mezzi tecnologicamente avanzati come la meccanica, l’elettronica di precisione e la digitalizzazione.

“Armati di scienza” è ricco di spunti e messaggi di cui fare tesoro, a partire dal titolo, del quale per certi versi l’autrice si scusa per il richiamo ad atti di guerra, ma che in realtà vuole solo essere un meccanismo di difesa: conoscere per decidere. E tutti sono chiamati a fare la loro parte: non solo i politici, ma anche gli scienziati ed i ricercatori che devono farsi carico anche degli aspetti divulgativi per offrire alla società elementi di chiarezza. Per non parlare di chi la divulgazione la fa di professione, i giornalisti. Così come è palese l’invito ai cittadini consumatori ad approfondire e verificare le informazioni che possono incidere in qualche modo sulla loro vita quotidiana. Il metodo scientifico insegna ad usare cervello perché spesso il solo buon senso non è sufficiente.

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