Cronaca

Dopo 20 anni a Cremona Solidale
dona tutto alla Fondazione CittàCr

Durante il bilancio dell'attività dell'ultimo anno, menzione speciale per Martino Rossi, che dopo 20 anni vissuti a Cremona Solidale ha voluto lasciare tutti i suoi averi all'ex Ipab in segno di riconoscenza

Festa della Fondazione Città di Cremona: seconda giornata  ieri sabato 2 ottobre dopo l’avvio giovedi con la mostra “Le radici della carità cremonese” a palazzo Fodri, in collaborazione con la galleria PQV Fine Art (fino al 10 ottobre). Al centro dell’attenzione l’importanza dei benefattori per continuare una tradizione di solidarietà che risale al medioevo.
Il nome di Martino Rossi è l’ultimo inciso nella lapide sulla facciata del Palazzo di piazza papa Giovanni 23° e a questo cremonese scomparso di recente, che ha vissuto circa 20 anni della sua vita a Cremona Solidale, è andato il pensiero particolare della presidente della Fondazione Uliana Garoli, davanti ai famigliari venuti da Milano: “Figlio di contadini, classe 1934, colpito da poliomelite da piccolo, aveva vissuto coi genitori finchè questi erano rimasti in vita, quindi è stato accudito dai servizi sociali. Cremona Solidale era diventata davvero la sua seconda casa e alla fine ha deciso di lasciare tutto quello che aveva alla Fondazione. Ci fa piacere perchè il suo non è il nome di un cittadino noto, ma è l’emblema di una solidarietà che nasce spontanea quando si riconosce l’importanza della comunità”. 
Diverso il discorso per l’altra benefattrice menzionata oggi, Lidia Azzolini, studiosa e storica dell’arte, autrice di tanti volumi dedicati a Cremona, che ha legato il suo nome alla palazzina di Cremona Solidale, ma anche al polo di via XI febbraio nel quale aveva intravisto le grandi potenzialità per un welfare che consentisse agli anziani di continuare a vivere in centro, assistiti da una rete assistenziale. Un “condominio sociale” nel quale ci si aiuta l’un l’altro, secondo un modello che sarà sempre più quello del futuro, come hanno poi sottolineato il sindaco Gianluca Galimberti, l’assessore alle Politiche sociali Rosita Viola e il presidente di Cremona Solidale Emilio Arcaini.

La Fondazione è proprietaria (tra l’altro) di tutti gli immobili di via Brescia e di via XI febbraio 60 dove opera Cremona Solidale, un tassello indispensabile di quel sistema di welfare voluto dal Comune nel 2003  di cui fanno parte le due istituzioni oltre al Comune stesso. Con i ricavi dal suo patrimonio contribuisce al mantenimento e alla crescita dei servizi sociali.

Per l’anno passato, Garoli ha parlato di sfide, difficoltà, ma anche di soddisfazioni: “E’ stato un altro anno difficile – ha detto – abbiamo avuto inquilini di attività commerciali che purtroppo hanno dovuto chiudere a causa della pandemia, altri che per fortuna si stanno riprendendo, a tutti abbiamo cercato di andare incontro, dando fiducia e riducendo gli affitti. Ci sono state anche anche morosità incolpevoli, ma abbiamo compensato queste perdite con la stipula di altri contratti d’affitto. Oggi vogliamo guardare al futuro ma le risorse devono essere utilizzate in modo oculato, partendo ad esempio da una rimodulazione degli spazi fisici a Cremona Solidale, dove finalmente possiamo annunciare che è partito il cantiere di ristrutturazione della palazzina storica, che ospiterà una comunità per anziani e un nuovo centro diurno Alzheimer. In questo siamo stati lungimiranti, perchè una maggiore disponibilità di spazio è quello che ci richiede oggi la situazione sanitaria”.
L’investimento è stato possibile grazie a un’altra importante donazione, quella dei fratelli Somenzi.

Tra gli altri interventi sociali: i contributi alla rete di volontariato di CremonAiuta, all’azienda ospedaliera, alla stessa Cremona Solidale, andata in crisi con i maggiori esborsi dovuti al contenimento del virus.
Ma ci sono stati anche momenti più lievi, legati al volontariato giovanile: lo scorso maggio il premio Barbieri è andato ai ragazzi dei Corpi Europei di solidarietà tuttora impegnati in un intreccio di attività tra persone anziane e giovani con difficoltà.
Ricordato poi il bando (la scadenza è il 2 novembre) che assegnerà contributi per progetti di contrasto alla “povertà digitale” a vantaggio di persone non abbienti o fragili nell’uso di strumenti sempre più indispensabili per accedere ai servizi sanitari e amministrativi.
Un esempio di quanto preservare il patrimonio sia importante – ha aggiunto Garoli – è palazzo Stradiotti, oggi valorizzato grazie alla Fondazione Stauffer diventando palazzo Stauffer, e fino a cinque anni fa proprietà della Fondazione Città di Cremona, una delle più importanti donazioni pervenute il secolo scorso, “un restauro meraviglioso, per un’accademia musicale d’eccellenza”.

Nel pomeriggio, dalle 17,30, la Fondazione ha voluto regalare alla città il tradizionale concerto di san Francesco (la ricorrenza è il 4 ottobre) con l’orchestra giovanile Mousikè diretta da Gianluigi Bencivenga. Una scaletta che spazia dall’Orfeo di Monteverdi al Rondeau di Purcell, dall’Allegretto della Sinfonia n.3 di F.Schubert alla Aragonaise di Bizet, fino a uno degli ultimi successi di Lady Gaga e al medley di Morricone, per concludere con gli spumeggianti echi della frontiera americana di Go West nell’arrangiamento di Ralph Ford.
Ultimo appuntamento della Festa della Fondazione sarà il 9 ottobre al Museo del Violino: nell’ambito della mostra “I violini di Vivaldi e le Figlie di Choro” si parlerà del parallelismo tra la Fondazione cremonese e l’ospedale della Pietà di Venezia, che ha affidato i restauri dei suoi strumenti a CrForma e ai corsi dell’Università di Pavia, entrambi con sede proprio a palazzo Fodri.

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...