Cronaca

Violenze su moglie e figlie
Padre-padrone allontanato

Allontanato dalla casa familiare con divieto di avvicinamento a meno di 500 metri dalla moglie e dalle figlie minorenni. E’ quanto disposto dal gip che ha accolto la richiesta del pm nei confronti di un uomo dell’Est Europa di 35 anni. Il provvedimento è stato notificato dagli agenti della squadra Mobile della Questura guidati dal dirigente Marco Masia. In campo gli uomini della sezione specializzata che si occupa dei casi contro la persona e di tutti gli episodi di maltrattamenti in famiglia e violenza di genere.

Sono stati proprio gli agenti della Mobile ad investigare sul contesto familiare in cui i suoi componenti  erano completamente subordinati agli ordini del padre-padrone, che sottometteva ai suoi voleri la moglie e le figlie. A chiedere aiuto alla polizia è stata, nel mese di agosto, proprio una di loro, la 17enne, che non ce la faceva più a sopportare quanto da tempo avveniva all’interno della propria famiglia. E’ lei che si è presentata in Questura, facendo partire l’indagine.

E’ emerso un quadro terribile di violenze fisiche e psicologiche. In un’occasione, l’uomo aveva spintonato la moglie, causandole la lesione di entrambi i menischi, mentre in un altro episodio l’aveva colpita più volte, nonostante la donna avesse subito da poco un intervento chirurgico, facendole saltare i punti di sutura. Violenze anche su una delle figlie più piccole, di soli 11 anni, aggredita e insultata solo perchè dopo aver lavato i piatti aveva lasciato una macchia su una pentola.

La perseveranza degli agenti ha anche fatto crollare il muro di reticenza alzato dalla moglie dell’indagato, che per anni ha subito in silenzio i gravi soprusi del marito.

E’ l’ennesimo episodio di violenza in famiglia che ancora una volta pone l’accento sull’importanza di informare le forze dell’ordine anche di semplici campanelli d’allarme che rischiano di sfociare in veri e propri comportamenti di soggiogazione fisica e psicologica messi in atto in ambito familiare, troppo spesso sottovalutati dalle stesse vittime.

Sara Pizzorni

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