Cronaca

Maschio Gaspardo: "Comune si
prenda proprie responsabilità"

Durissima la reazione della Maschio Gaspardo alla decisione della Giunta comunale di Cremona di non concedere il cambio di destinazione per l’area in cui sorge ora l’azienda, impedendo che diventi una zona commerciale. “La Maschio Gaspardo prende atto di quanto deciso, ma non accetta che la scelta fatta ricada su di essa” commenta Luigi De Puppi amministratore delegato Maschio Gaspardo spa. “L’Amministrazione Comunale abbia il coraggio di prendersi le proprie responsabilità senza scaricarle su altri”.

Secondo l’azienda, continua De Puppi, “Non sono accettabili le contestazioni fatte alla società di non avere rispettato i livelli occupazionali. L’occupazione media del 2021 è infatti attualmente di circa 120 persone, che hanno mantenuto un posto lavoro pur reso precario dalle vicende finanziarie in cui era incappato il Gruppo, oltre alle più recenti vicende Covid-19 che hanno fatto chiudere decine di aziende in tutto il Paese, creando enormi problemi occupazionali ben noti a tutti. La Maschio Gaspardo invece è ancora viva e vitale e ha saputo affrontare la Pandemia sostenendo i suoi lavoratori, cuore dell’Azienda stessa”.

Altro punto che la società definisce “non accettabile oltre che pretestuoso” è “il fatto che l’autorizzazione al cambio d’uso dello stabilimento in oggetto non sia oggi più necessaria -secondo l’Amministrazione- perché il gruppo MG è ristrutturato, poiché le problematiche che spingono alla richiesta di innovazione dello stabilimento permangono e così non sono risolte”. Senza contare che, sottolinea l’ad, “l’insediamento nel sito di una “grande distribuzione” non è l’unica alternativa, come ipotizzerebbe l’Amministrazione, in quanto sono certamente possibili alternative dimensionali da ricercare solo e quando ci sia la certezza dell’autorizzazione stessa”.

“La buona fede del gruppo in questa trattativa inoltre è dimostrata dall’acquisto dello stabilimento di Pozzaglio effettuato con grande sforzo e immancabile spirito imprenditoriale, proprio durante il periodo di crisi dell’Azienda, condizione posta dall’Amministrazione per poter procedere nel progetto Cremona per la fienagione” conclude De Puppi. “Uno stabilimento che oggi, alla luce delle decisioni prese dall’Amministrazione stessa, rimane un onere sulle spalle dell’Azienda”.

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