Polizia: il vescovo presiede la
messa nella festa di S.Michele
È stato il vescovo Antonio Napolioni a presiedere la Messa nella festa di San Michele arcangelo, patrono della Polizia di Stato, celebrata nella mattinata di mercoledì 29 settembre presso la chiesa di San Michele Vetere a Cremona, a concelebrare il parroco don Aldo Manfredini e il cerimoniere vescovile don Flavio Meani.
Alla presenza delle autorità civili e militari di Cremona, a partire dal prefetto Vito Danilo Gagliardi e dal questore Carla Melloni, monsignor Napolioni ha proposto nella sua omelia una riflessione che ha toccato da vicino temi e questioni che distinguono la professione e la vita stessa di chi, come i poliziotti, si occupa della sicurezza dei propri concittadini.
Nell’omelia il Vescovo ha sottolineato come il servizio professionale della polizia sia indispensabile per la comunità: «Anche oggi siete in prima pagina sul giornale, come tutti i giorni nelle pagine interne con le pattuglie nel compiere il vostro dovere nelle situazioni più diverse. Nei giorni scorsi vi ho pensato più volte per ciò che sta accadendo nella nostra società con le forme di disagio e insofferenza che sfociano nella violenza e nei delitti».
Monsignor Napolioni ha quindi rivolto l’attenzione ai fatti di cronaca degli ultimi giorni che hanno riguardato il territorio: «Ho provato a immaginare che cosa pensate e sentite voi quando vi trovate a contatto con queste situazioni: non soltanto per i litigi o per calmare qualche ubriaco, ma quando un figlio ammazza una madre, un bambino viene trovato in certe condizioni o i corpi galleggiano sui nostri fiumi. Ci si può abituare al male?».
«Nel Padre Nostro – ha detto ancora il Vescovo – si invoca Dio per liberarci dal male e noi partecipiamo alla missione di liberazione dal male se innanzitutto chiamiamo le cose per nome, riconoscendo con discernimento ciò che è male e ciò che è bene nella nostra vita con umiltà e onestà. La Parola ci parla dei poteri dati al Figlio, un potere che non è solo la forza pubblica, la forza dell’arcangelo che è raffigurato con la spada, ma è la capacità e la possibilità che si possa davvero collaborare alla vittoria sul male che Cristo Signore ha realizzato morendo in croce e salvando l’umanità».
Il Vescovo ha quindi concluso la sua riflessione rivolta ai membri della polizia: «La preghiera a san Michele non è una generica protezione religiosa, ma un patto con Dio che ci ha resi suoi collaboratori nei confronti del creato, della società, di noi stessi e del nostro destino. Vi auguro tutti i giorni di salire all’incontro con Dio per poter scendere con più coraggio e più forza a lottare contro il male».
La celebrazione è stata seguita da un’assemblea composta dagli agenti e i dirigenti dei vari reparti della Polizia di Stato, che ha schierato in piazza anche alcuni dei mezzi utilizzati nel servizio quotidiano sulle strade della città.