Bergamo e Brescia capitali Cultura
Cremona fuori tra le polemiche
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Sottoscritto oggi al Belvedere di palazzo Lombardia il Protocollo d’intesa tra Regione Lombardia e Comuni di Bergamo e di Brescia per il coordinamento, il potenziamento e la realizzazione del programma degli interventi per la ‘Capitale italiana della Cultura 2023’.
Giunge così alla fase finale quanto annunciato lo scorso anno subito dopo il periodo peggiore della pandemia: cultura come strumento dal valore anche simbolico (oltre che economico: le due città riceveranno 1 milione di euro) per risollevarsi da un inverno e una primavera segnati da troppe morti e davanti a un tunnel che sembrava senza fine. Quelle stesse sensazioni che anche Cremona aveva purtroppo vissuto, senza però che il riconoscimento le venisse assegnato.
Già un anno fa e anche in precedenza si erano levate le critiche delle forze di centrodestra che avevano evidenziato polemicamente l’assenza di Cremona. Oggi è la consigliera di Viva Cremona Maria Vittoria Ceraso a ribadirle:”Tra i punti del programma elettorale del sindaco Galimberti c’era proprio la candidatura di Cremona a capitale italiana della Cultura. Oggi questo sogno si realizza per i comuni di Brescia e Bergamo, senza Cremona, che è la grande esclusa. Non si può non pensare che la responsabilità sia di un’amministrazione che non è stata capace di essere interlocutore credibile quando c’è stato da costruire un progetto insieme alle due città. Si dice che le relazioni ci sono, ma oggi rimaniamo al palo e non ci sono interlocuzioni nemmeno con altre città (si era parlato di Piacenza) allo stato attuale. Dispiace, perchè sarebbe stato il modo di valorizzare il nostro territorio attraverso un progetto importante, con l’arrivo di risorse, pensate propro per i territori colpiti dalla pandemia e a vantaggio della nostra economia. Questa è una grave responsabilità che pesa sulle spalle dell’amministrazione; a questo riconoscimento Cremona poteva ambire quasi di diritto”.
“L’abbiamo già detto e lo ripetiamo”, commenta l’assessore alla cultura Luca Burgazzi, “è stato un voto del Parlamento all’unanimità a stabilire che nel 2023 le due capitali dovessero essere quelle. Non c’è stata una commissione che ha scelto sulla base di progetti, come nelle precedenti occasioni. Non parlerei di occasione persa, perchè Cremona si è impegnata in altri tipi di di percorsi, primo fra tutti il marchio Unesco per la Liuteria come patrimonio immateriale dell’umanità. Il Comune è in rete con altri importanti interlocutori legati alla liuteria e alla musica: pensiamo a palazzo Grasselli dove a breve si insedieranno i corsi del conservatorio per i quali abbiamo reperito i fondi; all’Accademia Stauffer che proprio venerdì inaugura la nuova sede e nuovi prestigiosi corsi di alta formazione musicale. Più che un marchio quale può essere quello di Capitale Italiana della cultura a noi interessano i progetti reali e ne abbiamo tanti. A breve presenteremo il programma museale del 2022 e anche quello per il 2023 è in fase di elaborazione.
“Quanto al riconoscimento per Bergamo e Brescia – conclude – i progetti sono tutti da costruire e vista la vicinanza tra le nostre città, soprattutto Brescia che gravita nel nostro stesso bacino, sarà possibile trovare momenti di coinvolgimento, se lo si vorrà fare”. gbiagi