Picchiata e uccisa a coltellate
per soldi, arrestato il figlio
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Stesa a letto, il volto tumefatto, indice di una violenta colluttazione, sul volto e sul collo segni di diverse coltellate. Sangue sul muro e sul letto. Questa la scena che si è trovato davanti nella tarda mattinata di ieri il marocchino M’hammed El Yassire, il marito della vittima, ambulante al mercato di San Daniele Po, appena rientrato dal lavoro nella sua casa di via Panfilo Nuvolone 4. A dare l’allarme, intorno alle 13, sono stati alcuni vicini di casa che hanno sentito le urla disperate dell’uomo.
Ad uccidere Fatna Moukhrif, 54 anni, è stato il figlio Younes, 35 anni, fermato ieri sera in via Dell’Annona dopo essere fuggito dalla scena del delitto. Si era lavato, aveva spento il telefonino (l’ultima chiamata risale alle 11,30) e se n’era andato. L’uomo, interrogato negli uffici della Questura, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ora è in carcere con l’accusa di omicidio aggravato.
Secondo quanto spiegato oggi in conferenza stampa dal dirigente della squadra Mobile Marco Masia, il 35enne, ex muratore, ora disoccupato e con problemi psichiatrici, aveva un rapporto molto difficile con la madre, alla quale chiedeva in continuazione del denaro, mentre lei lo accusava di sperperare la sua pensione di invalidità. Sarebbe questa una delle motivazioni portanti della lite scoppiata tra i due, che ieri mattina erano da soli in casa, lite degenerata con le botte e con le coltellate. Tre i coltelli sporchi di sangue trovati nell’abitazione: due in camera da letto e uno in cucina sul lavandino.
Gli agenti, sulle tracce dell’uomo, hanno sentito le testimonianze dei vicini, dei familiari e analizzato il sistema di videosorveglianza cittadino per escludere che si fosse allontanato da Cremona. Ieri sera verso le 20,30, dopo ricerche serrate da parte di non meno di 15 pattuglie, Younes, con alle spalle piccoli reati come la guida in stato di ebbrezza, è stato trovato mentre vagava a piedi in stato confusionale. Era vestito nello stesso modo in cui era stato visto dai vicini durante la mattinata: giubbotto bianco e pantaloni. Sugli indumenti, tracce di sangue. Sul corpo, ferite ed escoriazioni: il polso e le nocche gonfi e tumefatti. Alle 23,50 è stato sottoposto a fermo e alle 3 di notte è stato portato in carcere. Nelle prossime ore, Younes, difeso dall’avvocato Santo Maugeri, sarà interrogato dal gip Pierpaolo Beluzzi. Per sabato, intanto, è previsto l’esame autoptico sul corpo della vittima.
Da tre mesi, Younes, da quanto raccontato dalle cognate, non prendeva più i farmaci che gli erano stati prescritti per la depressione che lo aveva colpito nel 2018, quando sua moglie lo aveva lasciato tornando in Marocco con il loro figlioletto, all’epoca di quattro anni. Rimasto solo, il 35enne era tornato a vivere con i genitori. I sentimenti verso la madre, però, erano di rancore e di rabbia. Nell’ultimo periodo tra Younes e Fatna ci sarebbero state diverse liti e da parte del 35enne atteggiamenti aggressivi, tanto che in famiglia erano raro che li lasciassero soli. La donna, infatti, aiutava sempre il marito al banco del mercato, ma non ieri mattina, perchè si sentiva stanca.
L’abitazione di via Panfilo Nuvolone dove ieri dalle 13 alle 2 di notte gli uomini della Scientifica di Cremona e Milano hanno lavorato senza sosta, è stata sigillata ed è stata sottoposta a sequestro. Il dirigente della squadra Mobile Marco Masia ha voluto ringraziare il pm Milda Milli, i soccorritori, e tutte le forze dell’ordine che hanno garantito una collaborazione a 360 gradi per tutto il corso della giornata e della notte.
Sara Pizzorni