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Iperplasia prostatica, al Maugeri ‘luce verde’ per interventi mininvasivi

L’iperplasia prostatica rappresenta una delle patologie maschili più frequenti, in quanto strettamente legata all’invecchiamento. La prevalenza di questa malattia incrementa con il passare degli anni; infatti se è presente in circa il 5% dei maschi di 40 anni, aumenta fino al 50% nei 50-60enni, e in oltre l’80% in chi ha più di 80 anni; è stato inoltre stimato che in Italia soffrano di iperplasia prostatica più di 6 milioni di persone.  

“Si tratta di un ingrandimento benigno della porzione centrale della ghiandola prostatica – spiega Tommaso Ciro Camerota, responsabile Uosd di Urologia dell’Irccs Maugeri di Pavia – che determina una occlusione del canale uretrale che porta il paziente a diversi sintomi: dalla sensazione di non riuscire completamente a svuotare la vescica, alla maggiore frequenza minzionale con continue sveglie notturne”. La diagnosi di iperplasia prostatica sintomatica viene effettuata dopo visita specialistica urologica, approfondita raccolta anamnestica, esecuzione di accertamenti laboratoristici (Psa, esame urine, ecc) e strumentali (ecografie, uroflussometria, eventuale uretrocistoscopia flessibile, ecc).  

Le terapie sono diverse: la medica farmacologica rappresenta la prima opzione, in caso di mancata risposta o di peggioramento lo specialista urologo può valutare il trattamento chirurgico. “Noi qui in Maugeri – continua Camerota – abbiamo il privilegio di poter utilizzare una tecnologia all’avanguardia, come i nuovi laser verdi che hanno consentito di introdurre nella pratica clinica innovative metodiche endoscopiche. Il nostro istituto attrae storicamente pazienti oncologici e con problematiche variegate e i trattamenti laser consentono di trattare l’iperplasia prostatica con efficacia, di accorciare i tempi di recupero e di degenza post operatoria”. 

Dal 2016 Maugeri a Pavia con l’arrivo di Camerota ha iniziato un percorso importante per l’urologia. Interventi in sala operatoria, l’accreditamento nel 2019 con il Servizio sanitario nazionale, diventando un punto di riferimento per il territorio. “Il vantaggio di una Urologia inserita in un contesto come Maugeri, Irccs con tante eccellenze al suo interno, è quello di studiare bene il paziente prima di un approccio chirurgico, di prepararlo al meglio all’intervento che può avere una valenza oncologica ma anche di cronicità e dopo l’intervento chirurgico poterlo affidare a dei percorsi riabilitativi personalizzati a seconda delle sue esigenze”. 

Un anno di Covid si è fatto sentire. Non solo per le emergenze, ma anche per gli interventi programmati. “Pazienti che per esempio hanno avuto coliche renali nel 2020 – conclude Camerota – non si sono presentati in Pronto soccorso per timore di infettarsi e perché i sintomi trattati farmacologicamente si erano attenuati. Arrivano ora con una situazione più grave, dove il rene ha sofferto in questi mesi rallentando e, in alcuni casi, interrompendo la sua funzione. E questo è un problema che vediamo adesso ma che vedremo ancora di più nel lungo periodo”, prevede l’esperto.  

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